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176 INFERNO. — Canto VII. Verso 32 a 55

     Da ogni mano all’opposito punto,
     Gridando sempre in loro ontoso metro:
Poi si volgea ciascun, quando era giunto
     Per lo suo mezzo cerchio all’altra giostra; 35
     Ed io che avea lo cor quasi compunto,
Dissi: Maestro mio, or mi dimostra
     Che gente è questa, e se tutti fur cherci
     Questi chercuti alla sinistra nostra.
Ed egli a me: Tutti quanti far guerci 40
     Sì della mente, in la vita primaia,
     Che con misura nullo spendio fèrci.
Assai la voce lor chiaro l’abbaia,
     Quando vengono a’due punti del cerchio, *
     Ove colpa contraria li dispaia. 45
Questi fur cherci, che non han coperchio
     Piloso al capo, e Papi e Cardinali,
     In cui usa avarizia il suo soperchio.
Ed io: Maestro, tra questi cotali
     Dovre’io ben riconoscere alcuni, 50
     Che furo immondi di cotesti mali.
Ed egli a me: Vano pensiero aduni:
     La sconoscente vita, che i fe’ sozzi.
     Ad ogni conoscenza or li fa bruni;
In eterno verranno a li due cozzi;155


  1. V. 55 La prima scelta mi è avvalorata da BS, da BP e dai due Cod. interi dell’Univeisità di Bologna.




V. 37. Segue lo poema Dante mostrando che quelli che hanno a tal pena dalla sinistra parte erano chierighi e poi domandò s’elli furono clerici. 40. Risponde Virgilio che furono guerci, cioè indiritti della sua mente nella prima vita, cioè al mondo. Soggiungendo a sua risposta che la voce loro assai dichiara, ma dice: abbaia, quasi in dispreogio di loro parlare ch’ènno sicome cani, e che senza misura fenno loro spendii, cioè che ritennero dove si doveva spendere, e dienno là dove non bisognava, e dice che quelli che non hanno coperchio, cioè di capelli, che hanno cherica, funno papi e cardinali: soggiungendo che in quelli ch’hanno tale condizione s’annida molta avarizia.

49. Poetando procede in suo capitolo, come appare nel testo, e soggiunge che, quando risurgeranno al die del giudicio, li avari risurgeranno coi pugni chiusi a dimostrare ch’hanno tenuto lo soperchio; li prodighi risorgeranno con li crini, cioè con li capelli, mozzi, a mostrare ch’hanno speso, cioè gittato lo soperchio: dicendo, come appare nel testo, che mal dare e maltenere sono