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INFERNO. — Canto VI. Verso 1 a 12 163

occhi: ponelo con tre bocche le quali hanno a significare per allegorìa la qualità, la quantità e lo continuare de’golosi. Mettelo ch’elli abaia continuo e trema; e questo allegorizza che li golosi diventano lamentatori e gottosi e con doglie di fianchi e di stomachi, li quali male agevolmente trovano riposo. E soggiunge a questa materia alcuna profezia circa lo stato di Firenze, la quale si fae a questo capitolo: perchè la prima cagione elli pone che nascerà di questo vizio si come apparirae nel testo; poscia nel compimento del presente capitolo tocca alcuna cosa di nostra risurrezione al die del giudizio.

 




l tornar della mente, che si chiuse
      Dinanzi alla pietà de’ due cognati,*
     Che di tristizia tutto mi confuse,
Nuovi tormenti e nuovi tormentati
     Mi veggio intorno, come ch’io mi mova,
     E come ch’io mi volga, e ch’io mi guati.
Io sono al terzo cerchio della piova
     Eterna, maledetta, fredda e grieve:
     Regola e qualità mai non l’è nova.
Grandine grossa, e acqua tinta, e neve
     Per aer tenebroso si riversa:
     l’ute la terra che questo riceve.


V, 1. Dice che tornato nella sua memoria, della quale elli uscio per la pietà di Francesca e di Paolo cognati sopradetti, ello vide nuovi tormenti, cioè nuove pene, e nuovi tormentati, cioè nuove anime sottoposte a quelle pene: e vogliendo dimostrare sua moltitudine, dice: per ogni dimensione ch’elli si volgea, cioè dinanzi, e di drieto , a destra, ed a sinistra, in suso e in giuso, e per ogni altra parte ch’ei si volgea assai ne vedea. 7. Qui tocca dell’ordine dell’inferno in qual grado questo è, e dice che è in lo terzo, lo quale terzo cercolo è pestilenziato d’una maladetta pioggia, la quale è eterna, cioè che mai non averà fine. Dice che è fredda e grieve. Fredda, si è da notare contraria di natura; grieve, cioè fastidiosa e malanconica da portare. E soggiunge che regola nè qualità mai lì non è nuova, quasi a dire che mai non muta essere. 10. Queste hanno tutte a significare la delettazione de’ golosi, sicom’è detto: e per opposito la giustizia di Dio li punisce per li contrarii.