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INFERNO. — Canto V. Verso 140 a 142 | 161 |
L’altro piangeva sì, che di pietade 140
Io venni men così com’io morisse,
E caddi, come corpo morto cade.
Nota. L' Ottimo non ha di questo commento che sette linee che sono le prime del suo proemio. Qua e là pur si odora che conoscesse assai più che quelle. Ma ho già detto che è accoglitore e compilatore di molte chiose d’altrui. Il signor Fulin (I Codici di Dante Alighieri in Venezia) che vide il Cod. LVI della Marciana che è misto di Lana e di {Sc|Ottimo}} (che è pur gran parte di Lana) affermalo autorevole interprete dell’Alighieri. Sin qui del Codice è Laneo poi a tutto il VI del Purgatorio Ottimo, e Lana là al fine del Paradiso. Per altro è notevole che esso Cod. del sec. XV abbia di mano del secolo XVI che il Comm. al Paradiso è di Jacopo dalla Lana citato dai Fiorentini come l'antico commentatore fatto latino dal Rosate (Rosciate). Essendo ivi il testo e la data MCCCXXXIII com’è in carte dell’Ambrosiana Cod.94, contrariamente a chi ivi scrisse ritengo la data essere di chi copiava. Quando il signor Fulin regga i raffronti dati a fin d’ogni canto coll' Ottimo spero vedrà quanto poco vaglia come autorevole.