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146 INFERNO. — Canto IV. Verso 122 a 128

<poem> Tra’ quai conobbi ed Ettore ed Enea,

    Cesare armato con gli occhi grifagni.

Vidi Cammilla e la Pentasilea;

    Dall’altra parte vidi il re Latino, * •125
    Che con Lavina sua figlia sedea.

Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino,

    Lucrezia, Julia, Marzia e Corniglia,

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  1. V. 125. Cosi il Cod. Antaldi, il Laur. XL, 7 e il Cortonese antico.




V. 122. Questo Ettor fu figliuolo del re Priamo di Troia, lo quale fu probissimo uomo e valente. Enea discese dal sopradetto Bardano, e discese poi Cesare Augusto imperadore, per lo quale fece Virgilio suo volume, e per compiacere a Cesare trovò tutta la genealogia sua, come era disceso da Eneas, lo quale fu più virtudioso e probo uomo ch’avesse il mondo, e fu quello che ancise Turno in Italia, ed ebbe Lavinia figliuola del re Latino per mogliera, com’è detto; per la quale Lavinia dopo la morte del re Latino ello succedette in lo reame d’Italia. 123. Questo (Cesare) fu quello sopradetto imperadore, il quale fu molto vivo e armigero uomo. 124. Questa (Camilla) è quella che venne in soccorso di Turno contro Enea, com’è detto in lo primo capitulo. Fu (Pentasilea) reina delle amazoni e del regno feminoro, la quale venne in soccorso de’ Troiani quando furono assediati da’ Greci. E questo fece per amore di Ettor, lo quale ella molto amava. 126. È (Latino) lo padre sopradetto di Lavinia e suocero di Eneas. 127. Bruto fu uno gentilissimo uomo di Roma il quale avea una figliuola, mogliera di Collatino, molto bella e legiadra donna, della quale innamoròe Tarquinio Sesto figliuolo del Tarquinio Superbo re di Roma: infine elli la violòe, ed ebbene suo diletto; per la quale cosa quella dònna predetta, nome Lucrezia, s’ancise per se medesima; per lo quale disdegno e ingiuria lo detto Bruto con parenti ed amici e con raunanza di popolo, saglinno armata mano sulla piazza di Roma gridando, muoia, muoia Tarquinio. Questi cognosciuto lo pericolo, fuggio. Dopo questa fugazione feceno li Romani statuto e ordine che in Roma non fusse mai più Re, e quale s’appellasse Re fusse morto.

E ressesi un lungo tempo a Senatori; infine non possendo durare senza Signore, declarossi lo statuto, che non dovesse avere nome re, ma appellassesi Imperadore. E da li innanzi ebbeno nome, li re, imperadori. 128. Fu (Julia) figliuola di Julio Cesare e mogliera di Pompeo, lo quale Pompeo con l’aiutorio de’ gentili di Roma tolsero la terra a Julio Cesare in questo modo: ch’essendo cavalcato fuori di Roma Julio con molta gente, elli li serraron drieto le porte, di che li seguì poi grandissime battaglie tra Julio Cesare e Pompeio, sicome si tratta in Lucano.