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INFERNO. — Canto IV. Verso 88 a 105143

Quegli è Omero poeta sovrano,
     L’altro è Orazio satiro, che viene,
     Ovidio è il terzo, e l’ultimo è Lucano. 90
Perocché ciascun meco si conviene
     Nel nome, che sonò la voce sola;
     Fannomi onore, e di ciò fanno bene.
Così vidi adunar la bella scuola
     Di quel signor dell’altissimo canto, 95
     Che sopra gli altri corm’aquila vola.
Poi ch’ebber ragionato insieme alquanto,
     Volsonsi a me con salutevol cenno:
     E il mio Maestro sorrise di tanto:
E più d’onore ancora assai mi fenno,1100
     Ch’esser me fecer della loro schiera ,1
     Sì ch’io fui sesto tra cotanto senno.
Così n’andammo infino alla lumiera,
     Parlando cose, che il tacere è bello,
     Sì com’era il parlar colà dov’era.

105

  1. V. 101. Quantunque duro esser mi fecer è molto vero e molto migliore che quello di BS ch’esser mi feceno di la lor schiera. Il Bg. e Cavr. e altri Cod. sostengono questa lezione da me scelta coll’aiuto del Rice. 1005. Chi seguì Ch’essi mi fecer, non buono seguirono. Non potevano farlo della loro schiera, ma riceverlo in essa, e quindi l'essere è ottimo. Il me in vece del mi tolgo al BP.


fu Ovidio , lo quale fece molti libri poetichi, fra quali fu Methamorphoseos, in lo quale si contegnono molte istorie, le quali sono toccate questa in Comedia.1. Lo quarto fu Lucano, lo quale scrisse in forma poetica le battaglie di Roma , e di quella parte della terra ch’è chiamata Europa.

V. 91. Qui soggiunge la cagione per che si levorno a farli onore, e dice perch’ elli si convegnono con lui nel nome che sonò la voce, cioè che sono poeti sicome è ello.

94. Segue lo poema dicendo, come appare nel testo, che quelli sono lo fiore de’ poeti; e sicome aquila vola sopra tutti li altri uccelli, così lo trattato di quelli è sopra tutti gli altri, e soggiunge come fu sesto fra quelli, quasi dica ch’ello è lo sesto delli eccellenti poeti.

103. Dice che andonno insieme infino a quel lume, cioè fino a quel luogo che era illuminato d’alcuno splendore, com’è ditto; e dice che ragiononno così che ’l tacere è bello. Vero è che è a dire: questa clausula è centra quello che suona nel testo, che poi che l’autore impose silenzio alla sua cantica, non è bello a farne

  1. Qui il Cod. Laur. XC, 115, per la spiegazione data al greco, ha un interpolato» Methamorphoseos è a dire vulgate di trasformazione, perchè Ovidio trasforma una forma in l’altra.