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134 INFERNO. — Canto III. Verso 94 a 109


E il duca a Lui: Caron, non ti crucciare:
     Vuolsi così colà, dove si puote 95
     Ciò che si vuole, e più non dimandare.
Quinci fur quete le lanose gote
     Al nocchier della livida palude,
     Che intorno agli occhi avea di fiamme rote.
Ma quell’anime ch’eran lasse e nude, 100
     Cangiâr colore e dibattero i denti,
     Ratto che inteser le parole crude.
Bestemmiavano Iddio e i lor parenti,
     L’umana specie, il luogo, il tempo e il seme
     Di lor semenza e di lor nascimenti. 105
Poi si ritrasser tutte quante insieme,
     Forte piangendo, alla riva malvagia,
     Che attende ciascun uom che Dio non teme.
Caron dimonio, con occhi di bragia,


V. 94. Mostra qui come di vertude e grazia del cielo questa andata era concessa, e come li demoni non possano contradire a tal volere, perchè ciò che si vuole si puòe.

100. Mostra lo spaventamento ch’ebbone l’ anime, quando videno tale nocchiero ed inteseno suo sermone; e soggiunge che quelle anime bestemmiavano Dio e suoi padri e sue madri e la sua spezia umana, che vorrebbeno inanzi essere state bestie al mondo.

104. Lo luogo, cioè lo mondo; l’ordine mondano, cioè lo tempo.

Ivi. Cioè li loro figliuoli e descendenti.

106. Dice come si trassero alla riva e per segno di Caron ad uno ad uno entravano nella dolorosa nave, in la quale s’alcuno s’adagiava era battuto col remo da quel nocchiero, lo quale avea occhi di fuoco con grande fiamma incesa attorno; e dà uno esemplo quando saliva in nave, quando dice: come d’autunno. Egli è da sapere che gli è quattro stagioni nell’ anno, cioè primavera, state, autunno e inverno. In la primavera germigliano e infogliansi tutte l’erbe e gli albori, la quale infogliazione provvide la natura a custodia de’ frutti, acciò che non fusseno lesi dal calore del sole: poscia nella state vegnono li predetti frutti e per tutta quella stagione si maturano, e vegnono a sua perfezione; dopo tale perfezione non hanno più luogo le foglie, sichè in la stagione che viene dopo la state elle cadono, e questa è la stagione de lo autunno; poscia viene lo inverno, in lo quale per remota apparizione del sole, la terra non rende agli albori umore, sichè non fanno novitade. Or dice l’esemplo: sicome l’arbore d’autunno si vede cadere ad una ad una le sue spoglie1, fino che ve ne rimane una, così la mala semenza, cioè li mali discesi della stirpe d’Adamo, si gittavano in la nave dolorosa.

  1. Il Cod. Di-Bagno qui ha spoglie chiaro e netto. La Vind. e R. foglie.