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128 INFERNO. - Canto III. Verso 16 a 18

Noi sem venuti al luogo ov’io t’ho detto
   Che troverai le genti dolorose,
   Ch’hanno perduto il ben dello intelletto.




è da sapere, acciò che meglio s’intenda, che Dante l’imaginava così: cioè che quando Lucifero principe de’ demoni cadde da cielo, la giustizia di Dio lo pinse sino al centro della terra, lo quale luogo è lo più remoto dal cielo che sia. E drieto a lui cadde di quelli angeli, li quali furono ribelli a Dio. E perchè elli fue lo principale, però ello solo sta nel centro della terra, li altri secondo che pecconno, stanno e più e meno lontani da esso.

Or imagina ello che quando lo ditto Lucifero cadde, fèsse un foro in terra, lo quale foro si va astringendo come vae più apresso al centro. E imagina questo foro rotondo e distinto per cerchi overo per gradi a modo di scala, sicome l’arena di Verona, li quali gradi sono deputati a stanzie di demoni e delle anime le quali si puniscono de’ peccati per loro commessi nel mondo. E quanto li gradi vanno più verso lo centro, tanto sono minori e sono di maggiore pena.

Or la terra che fu creata rotonda e solida, e che era intiera, per opposito di questo foro fe’ una montagna, sichè la terra ch’era in lo luogo dove lo predetto foro si fe’ uno monte, Dante imagina che abbia la sua sommità in lo cielo del fuoco, lo quale è apresso lo cielo della luna, vegnendo verso lo mezzo; lo quale monte ello imagina fatto a gradi 1 su li quali gradi elli pone l’anime che sono in Purgatorio, sicome apparirà in la seconda parte di questa Comedia a quel trattato deputata.

Or come elli entra in lo predetto foro, cioè in lo primo grado, elli imagina in la bocca di quello una pianezza, in la quale stanno le anime, le quali non hanno né merito né peccato; e questo da una parte è appellato Limbo; da un’altra parte anzi che si entri purga anime, le quali sono state cattive e triste al mondo e di nessuno valore, e immerite di nominanza; le quali per opposito, si come sono state triste e pigre, così sono stimolate da animaletti, li quali continuo le tegnono in esercizio, e fannole doglia e pena, e sempre corrono. Or quelle, che sono dalla parte del Limbo in lo primo grado, non sono da alcuna cosa stimolate, ma dal disìo, che, da che le sanno che al mondo è gloria, che è paradiso, e non hanno d’andarvi speranza mai, nè di vederlo, da ciò ricevono angosciosa pena 2; con le quali anime stimolati sono quelli angeli li quali non funno constanti a Dio, e non funno peccanti con Lucifero, sicchè li cieli, come appare nel testo, non li ritiene per meno lucere, e lo inferno non li ritiene, perchè li demonii, che pecconno, n’arebbono alcuno diletto.

  1. Racconcio il passo col Laur. XL, 1. e col Di-Bagno
  2. Queste due linee sono state a punto racconcie col Codice Riccardiano.