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INFERNO. — Canto I. Verso 112 115

Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno




elli intende, dice che è quella per la quale morì la vergine Camilla: in la quale indicazione ello tocca incidenter la infrascritta istoria. Elli è da sapere, sicome pone Virgilio in lo Eneidos, che quando Eneas si partì di Troia, ello venne in le parti di ponente in li suoi navilii, e dismontò in Italia, la qual s’intende dal capo di Otranto tutto quello braccio di terra che è terminato per due mari. L’ uno è lo golfo di Vinegia; l’altro è lo mare del leone; e tiene per starla1 dal lato di Vinegia infino a Pola, dal lato del mare del leone infine a Saona; in fra terra tiene infine a quel luogo dove nasce quel fiume che ha nome Po, lo quale è al principio di Provenza: la quale Italia era signoreggiata per uno che aveva nome Re Latino, lo quale avea una sua figliuola, che avea nome Lavinia molto bella. Or la madre della ditta Lavinia, ch’avea nome Amata, la voleva dare a Turno Re dei Rutili per moglie: e lo Re Latino,cudendo grande gentilezza di Eneas, la voleva dare ad Eneas, sichè convenneno osteggiare insieme Turno ed Eneas. Or sentendo lo ditto Turno l’avvenimento di Eneas, volse provedere a sua difesa: e mandò per lo mondo alle sue amistadi che dovessono soccorrerlo. Fra gli altri aiutorii venne la Reina Camilla con grande gente e molte altre persone. Ora Eneas veggendo questo Re Turno essere così forte, ebbe consiglio con la sua gente com’egli potesse vincere: abreviando, non si trovòe chi lo savesse consigliare, salvo che uno li disse: da poi, Eneas, che tu non sai trovare in la tua gente alcuno consiglio di superare Turno, io ti consiglio che tu vadi a tuo padre Anchise, e a lui ti fa insegnare lo modo che tu hai a tenere. Allora andò allo inferno in Elisio, e lì trovò suo padre e da lui prese admaestramento, per lo quale ello vinse la gente di Turno e lui ancise; sì per acquistare Lavinia, la predetta Camilla fu morta. Eurialo e Niso furono della gente di Enea, e a quella battaglia morinno in questo modo: che elli per gran battaglia che durò più die , si smarrinno dalla sua gente, e ricoveronno in una selva, poi funno trovati dalla gente di Turno. In prima Eurialo fu conosciuto e fu morto; quando Niso vide Eurialo morto, lo quale elli molto amava, cominciò a percuotere nella gente di Turno; infine per la moltitudine della gente fu superchiato e morto. Or così come elli metaforiza per avarizia una lupa, così per larghezza metaforiza uno veltro, cioè uno levriero; perch’ è naturale contrarietade malivolenzia tra i lupi e cani. Or dice che questo signore reggerà lo mondo a tanta larghezza, che questa avarizia non sarà nel mondo, ma ritornerà allo inferno del qual luogo lo demonio per la invidia alla natura, overo specie umana, l’addusse nel mondo: e però dice: là onde invidia prima dipartilla. Ancora è da sapere che in tutta questa opera per allegoria s’intende Virgilio per la ragione e discrezione umana.

V. 112. Or dice Virgilio: io sarò tua guida e però mi tieni drieto,

  1. Varii Codici leggono istaria, staria, il Di-Bagno staria. Il Cod. Palatino 400, n. 116 legge anche più male li stagni. La parola staria è anche alla Vind.