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i n f e r n o xxxiv. |
[v. 67-27] |
venia la crudeltà, dall’alie dell’avarizia venia la ingratitudine, e dall’alie dell’accidia veniva l’odio; e questi tre venti agghiacciavano Cocito, e li peccatori ch’erano in esso, a significare ch’era stata spenta ogni carità, ogni pietà, et ogni cognoscenza in loro, o vero gratitudine. E finge che l’alie erano grandissime, a denotare che eccessivamente crescono gli levamenti da vizi, e che da poco vengono ad assai; e però dice che le levava. Finge che abbia tre bocche; cioè ciascuna faccia, una, a denotare che ciascuno de’ sopra detti peccati divora e tormenta molti uomini; cioè quelli che vi caggiono, dei quali per esemplo ne porrà di sotto tre. Finge che abbiano1 tre menti, onde gocciola il pianto che viene dalli occhi, e la sanguinosa bava che gli esce di bocca, a significare che ciascuno di questi tre peccati e delli due altri capitali viene all’ultimo o a pianto o ad angoscia di penitenzia o di punizione eterna. Dice adunque così il testo: L’una dinanzi; avea di quelle tre faccie, e quella era vermiglia; e quella è la faccia dell’ira: imperò che sì fatto colore si conviene all’ira che accende; L’altre eran due, che s’aggiugneano a questa; dinanzi l’una dall’un lato, l’altra dall’altro, Sovresso il mezzo di ciascuna spalla; cioè della destra e della sinistra; e notantemente dice che s’aggiugneano a questa; a2 volere mostrare che’ vizi sono concatenati l’uno con l’altro; e però dice: E si giungneano al sommo della cresta; cioè alla invidia e superbia, che è significata per quel luogo. La destra; cioè faccia, mi parea tra bianca e gialla; cioè pallida, e quella era la faccia dell’avarizia: imperò che sì fatto colore si conviene all’avarizia, che sempre sta affamata; La sinistra a vedere era tal, quali Vegnon di là, onde il Nilo s’avvalla3; cioè era nera come sono li Etiopi, tra’ quali discende il Nilo che è uno de’ fiumi che divide l’Egitto dall’Asia, e viene dell’oriente e non si truova la sua fonte, nè il suo principio; e fa questa circuizione, a denotare l’Etiopia orientale, che ne sono due; una in verso l’oriente, e l’altra in verso l’occidente; e quella era la faccia dell’accidia: imperò che sì fatto colore si conviene all’accidia che fa stare l’uomo tristo e malinconico. Sotto ciascuna; cioè faccia. uscian due grandi ali; sì ch’erano sei, Quanto si conveniva a tanto uccello; questo dice, per mostrare che li levamenti non sono iguali; ma sono più e meno, secondo la pravità dell’animo, e però le mette grandissime a costui: imperò ch’ebbe maggiore pravità che avesse mai alcuno; e però dice: Vele di mar non vid’io mai cotali;
- ↑ C. M. che abbia tre menti,
- ↑ C. M. a denotar che
- ↑ Quel grande filosofo che fu il Gioberti, rammentando questi versi, riflette che «Dante dando a Lucifero tre facce, l’una rossa, l’altra gialliccia e l’altra nera, pare alludere alle tre stirpi degeneri della nostra specie, e recare al principio del male la divisione del genere umano» E.