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C A N T O XXXIV.
1Vexilla Regis prodeunt Inferni
Verso di noi; però dinanzi mira,
Disse il Maestro mio, se tu il discerni.
4Come quando una grossa nebbia spira,
O quando l’emisperio nostro annotta,
Par di lungi un molin che al vento gira;1
7Veder mi parve un tal difìcio allotta:2
Poi per lo vento mi ristrinsi retro
Al Duca mio, che non v’era altra grotta.34
10Già era (e con paura il metto in metro)
Là, dove l’ombre tutte eran coperte,
E trasparean come festuca in vetro.
13Altre stanno a giacere, altre stanno erte,5
Quella col capo, e quella con le piante,
Altra, com’arco, il collo ai piedi inverte.
16Quando noi fummo fatti tanto avante,
Che al mio Maestro piacque di mostrarmi
La creatura ch’ebbe il bel sembiante,