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834 | i n f e r n o xxxiii. | [v. 79-90] |
stuoie al luogo de’ Frati minori a san Francesco e sotterrati nel monimento, che è al lato alli scaloni a montare in chiesa alla porta del chiostro, coi ferri in gamba; li quali ferri vid’io, cavato del detto monimento. Quand’ebbe detto ciò; lo conte Ugolino, con li occhi torti; questo dice, perchè per traverso guardava Dante, Riprese il teschio misero coi denti; cioè la cottola di dietro, come avea prima, Che forar l’osso; cioè della testa, come d’un can, forti.
C. XXXIII — v. 79-90. In questi quattro ternari l’autor nostro fa una invezione contra la citta di Pisa, riprendendola di tanta crudeltà; et è colore retorico che si chiama esclamazione, o vero apostrofa, dicendo così: Ahi: questa è una intergezione d’indegnazione, che dimostra l’animo indegnato, Pisa, vituperio delle genti Del bel paese là, dove il Sì suona; cioè vituperio della gente italica: Italia è una regione, dove per tutto s’usa questo vocabolo sì, volendo affermare, et è comunemente chiamata, reputata bella, e però dice bel paese; e dice vituperio: imperò che in questo atto fu vituperata la giustizia e clemenza italica: imperò che queste due virtù massimamente furono de’ Romani; e quel che faceano i Romani era onore di tutta Italia: imperò che con l’Italia insieme sempre acquistavano ogni grande onore, e chiamavansi l’Italiani compagni de’ Romani. Poi che’ vicini a te punir son lenti; cioè poichè di tanta ingiustizia e crudeltà li tuoi vicini non ànno fatto vendetta, Movasi la Cavrara e la Gorgona: queste sono due isolette poste in mare innanzi a Pisa, E faccian siepe ad Arno in su la foce; acciò che l’acqua dell’Arno non entri in mare, e però dice: Sì ch’elli anneghi in te ogni persona; cioè sì che l’Arno cresca tanto, che sommerga et annieghi in te ciascuno. E perchè alcuno dubita in questa parte e fa obiezione che l’autore pare contradire a sè: imperò che per ingiustizia1 e per crudeltà priega elli e desidera maggior crudeltà: imperò che, se male era avere ucciso così crudelmente quattro figliuoli del conte Ugolino, perch’erano innocenti del peccato del padre, maggior crudeltà era uccidere et annegare tutti i figliuoli innocenti de’ Pisani, che di ciò non aveano colpa; la qual cosa pare desiderare nella detta sua preghiera. A che si può rispondere che l’autore usa qui uno colore retorico che si chiama significazione, quando si fa per esuperazione quando immoderatamente si riprende la cosa che è stata immoderata. E per questo si dimostra lo zelo della giustizia grande ch’avea l’autore: altrimenti si può rispondere che non n’è ingiustizia desiderare che sia punita l’università, quando l’università à commesso il peccato, e che l’autor non desidera questo per ingiustizia; ma per soddisfacimento di giustizia, che richiede che, chi è in colpa di
- ↑ C. M. per iniustizia dimanda maggiore iniustizia, e per crudeltà