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c a n t o   xxxiii. 823

79Ahi Pisa, vituperio delle genti
      Del bel paese là, dove il Sì suona;
      Poi che’ vicini a te punir son lenti,
82Movasi la Cavrara e la Gorgona,1
      E faccian siepe ad Arno in su la foce,
      Si ch'elli anneghi in te ogni persona.
85Che se il conte Ugolino avea voce2
      D’aver tradita te delle castella,3
      Non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.4
88Innocenti facien l'età novella,5
      Novella Tebe, Ughiccione, e il Brigata,6
      E li altri due, che il canto suso appella.
91Noi passammo oltre, dove la gelata78
      Ruvidamente un’altra gente fascia,
      Non volta in giù; ma tutta riversata.
94Lo pianto stesso li pianger non lascia,
      E il duol, che truova in su li occhi rintoppo,
      Si volve iv’ entro a far crescer l’ambascia:9
97Chè le lagrime prime fanno groppo,
      E, sì come visiere di cristallo,
      Riempion sotto il ciglio tutto il coppo.
100Et avvegna che, sì come d’un callo,
      Per la freddura ciascun sentimento
      Cessato avesse del mio viso stallo,
103Già mi parea sentire alquanto vento;
      Perch’io: Maestro mio, questo chi move?
      Non è qua giù ogni vapore spento?

  1. v. 82. C. M. la Capraia
  2. v. 85. Altr. boce
  3. v. 86. C. M. tradito
  4. v. 87. Dovei; dovevi, sottratto il v come in avei, Inf. C. xxx. v. 110, 111. Figliuoi; figliuoli, fognata l’l, come truovasi eziandio negli scrittori del dugento. Abbiamo in fra Guittone «In ciò, che vale quanto avete, anima e corpo e figliuoi vostri, è danno». E.
  5. v. 88. C. M. Innocenti i facea
  6. v. 89. C. M. Uguiccione,
  7. v. 91. oltre là ’ve
  8. v. 91. Gelata; gelo, come usata per uso, ec. E.
  9. v. 96. C. M. volle