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di lodare Augusto dell’origine de’ suoi maggiori. E però compose quel libro, il quale piacque tanto ad Augusto che avendo lasciato Virgilio per testamento che quel libro si dovesse ardere, perchè non l’avea potuto limare e correggere, innanzi volle che si rompessono le leggi, che comandavano che l’ultima volontà del testatore si mettesse ad esecuzione, che lo libro di sì grande poeta venisse meno. E così per questo modo, e per questi segni dà ad intendere a Dante ch’elli era Virgilio, et è qui colore retorico, che si chiama effizione, quando per certi segni si manifesta la persona; e tutto ciò, che è detto infino a qui, non à bisogno di allegoria, perchè l’autore non vuole dire altro che suoni lo testo. Seguita poi la seconda parte; cioè la riprensione1 della ruina di Dante, ove parla ancora Virgilio, dicendo, poi che à detto di sè chi elli è: Ma tu; cioè Dante, perchè ritorni a tanta noia, quanto è la selva, onde se’ uscito, che è descritta di sopra, tanto malagevole, e della quale à detto di sopra tanto male? Perchè non sali il dilettoso monte che avevi cominciato a salire, Che è principio e cagion di tutta gioia? Del monte s’intende essere principio e cagione di tutta gioia; e questo si dee intendere allegoricamente: imperò che, come detto è di sopra, la selva significa la vita mondana viziosa e il monte significa la vita virtuosa alla quale Dante si sforzava di salire, uscito fuori della vita viziosa e mondana, la quale è molto noiosa, e sì per le malagevolezze che sono in essa, e si perchè mena altrui a perdizione; alla quale Dante finge che ritornava, impedito da quelli tre vizi che detti sono di sopra, e massimamente dall’avarizia che il fece tornare a dietro; e per tanto finge che Virgilio di ciò lo riprendesse, perchè la ragione che è significata per Virgilio lo riprendea di ciò, e dicea: Perchè non sali il dilettoso monte? Veramente la vita virtuosa è piena di tutti li diletti, et è alta, e però si finge monte, Che è principio ec.: Veramente le virtù sono principio e cagione che l’uomo all’ultimo della sua vita pervegna al sommo bene, lo quale s’intende per questo che dice tutta gioia, che significa perfetta letizia, che non è altro che il sommo bene.
C. I - v 79-90. In questi quattro ternari lo nostro autore intende di mostrare principalmente due cose; cioè prima, come riconobbe2 Virgilio; secondo, rende la cagione, respondendo alla riprensione di Virgilio, dimandando lo suo aiuto, quivi: Vedi la bestia ec. Dice prima, maravigliandosi e vergognandosi che innanzi non l’avea conosciuto: Risposi a lui; cioè io Dante a Virgilio con vergognosa fronte; cioè con la fronte inchinata, che significa vergogna; quando l’uomo si vergogna cala la fronte: imperò che alzare la fronte