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814 | i n f e r n o xxxii. | [v. 67-72] |
peccato sono quelle che aggravano il peccato, e però scagionerà lui, perchè il più grave fa dimenticare lo men grave. Poscia vid’io mille visi cagnazzi; dice Dante che poi ragguardando più oltre1, e vide in quel primo giro più di mille volti lividi, e questo dichiara quel che detto fu di sopra: Livide in fin là dove appar vergogna ec.-, Fatti per freddo; ecco che lo dichiara; onde mi vien riprezzo; cioè arricciamento di freddo a ricordarmene, E verrà sempre, de’ gelati guazzi; quandunque me ne ricorderò. E qui finisce lo primo giro, e la prima lezione.
E mentre ch’ andavamo ec. Questa è la seconda lezione di questo xxxii canto, nella quale incomincia a trattare del secondo giro, e trattane in fino al mezzo dell’altro canto o più; e dividesi in sette parti: imperò che prima pone lo passamento del primo giro nel secondo, e come li venne percosso uno di quelli del secondo giro sì, che lo rampognò; nella seconda e come chiede attenzione a Virgilio per dichiararsi, e com’ebbe parlamento con lui, quivi: Et io: Maestro ec.; nella terza, come per forza lo volle far nominare, quivi: Allor lo presi per la coticagna ec.; nella quarta finge ch’un altro lo nomina, riprendendolo, quivi: Quand’un altro gridò ec.; nella quinta induce lo nominato a nominare quelli che nominò lui, et ancora delli altri, quivi: El piange qui l’argento ec.; nella sesta finge che trovassono il conte Ugolino da Pisa, quivi: Noi eravam partiti ec.; nella settima finge come Dante lo domanda, quivi: O tu, che mostri ec. Divisa adunque la lezione, è ora da vedere la sentenzia litterale la quale è questa.
Poichè messer Camiscione de’ Pazzi ebbe parlato, dice Dante ch’elli e Virgilio passarono su per la ghiaccia, attraversando discendendo in verso il mezzo; e così passeggiando, dice che li venne percosso nel capo d’una di quelle teste ch’apparivano fuor della giaccia, perch’ella gridò forte: Se tu non vieni a crescer la vendetta di Monte Aperti, perchè mi molesti? Allora dice l’autore che disse a Virgilio: Ora m’aspetta qui, sì ch’io mi dichiari da costui, e poi fammi fretta quanto vuoi; et allora dice che andò e disse a colui: Chi se’ tu, che sì rampogni altrui duramente? Et elli rispose: Ma tu chi se’, che vai per l’Antenora, percotendo le gote altrui, sì che sarebbe troppo se fossi vivo? Allora Dante rispose ch’era vivo e che li potea ancora essere caro, s’elli dimandava d’aver fama; e quelli rispose che volea il contrario, e ch’elli si levasse quindi, che poco li varrebbono le lusinghe. Allora dice l’autore che lo prese per li capelli della cottola2, e che conveniva che si nomasse, o elli li trarrebbe tutti li capelli del capo; et elli rispose che, se tu gliel