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[v. 25-39] | c o m m e n t o | 811 |
d’amare l’amico, che quando non si mostra: e maggior rompimento è quando si rompe al signore, onde sono proceduti smisurati benifici, che quando si rompe ad altrui; e però sono tutti puniti ad un modo nella ghiaccia, se non che ci è alcuna differenzia, che quelli del terzo giro stanno con la faccia rovesciata, e quelli del primo e del secondo stanno con la faccia in giù: e quelli del quarto sono tutti sotto il giaccio sì, che oltre all’avere più freddo ci è questa differenzia, la quale l’autore non pone sanza cagione; ma con questo respetto, che colui che è stato ingrato de’ benefici ricevuti, à mostrato maggior freddezza, che colui che non à ricevuti li benefici, e però merita essere tutto nella ghiaccia. Li altri che non ànno avuta questa ingratitudine, non ànno avuta tanta freddezza, e però sono scoperti il capo; ma quelli che sono, o vero ch’ànno mostrato qualche volta benifìcio, mostrano lo volto; come quelli che mai non ànno mostrato nulla, il tengono appiattato in giù. La lividezza denota la sozzezza di tali peccati, lo freddo il privamento della carità, lo friemito de’ denti l’abominazione e diffamazione che ànno fatto, le lagrime la tristizia del bene altrui, li volti bassi non aver mai avuto rispetto d’amore et essere con meno infamia quasi meno detestabili, li volti rivesciati avere avuto almeno in vista alcuno respetto d’amore per potere meglio ingannare; e per tanto è maggiore la loro infamia l’esser tutti sotto, e l’esser tutti privati d’ogni apparenzia di carità e d’ogni vista, sì come questo apparirà meglio nel processo. E come queste cose si convengono per pena; così allegoricamente si truovano in quelli del mondo, come appare a chi bene considera sottilmente. Seguita: Ognuna in giù tenea volta la faccia; di quest’anime ch’erano nella ghiaccia; e questo si convenia per pena, perchè mai non aveano fatto bene ad alcuno, che si vergognassono d’essere conosciuti; et allegoricamente così fanno quelli traditori del mondo, che mai non guardano alcuno a diritto. Da bocca il freddo, e dalli occhi il cuor tristo Tra lor testimonanza si procaccia; questo dice, per mostrare la lor pena, che è per la freddura la qual si manifesta per la bocca, e per la tristizia del cuore che si manifesta per li occhi. E questo dice ch’era tra loro, cioè tra quelli dannati; ma allegoricamente s’intende di quelli del mondo che, il freddo della invidia, ch’ànno dentro nel cuore, lo dimostra la bocca, diffamando e dicendo mal d’altrui; e li occhi, piangendo del bene del prossimo, mostrano la tristizia del cuore invidioso.
C. XXXII — v. 40-51. In questi quattro ternari l’autor nostro finge come vide di quelli dannati, e come domandò di loro, e dice così: Quand’io ebbi d’intorno alquanto visto, Volsimi a’ piedi; miei, e vidi due sì stretti, Che il pel del capo avieno insieme misto: però che stavano stretti insieme, e l’uno capo appoggiato con l’altro.