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40 | i n f e r n o i. | [v. 67-68] |
quale comanda alla libertà dell’arbitrio che seguiti lo suo imperio nelle cose pratiche e mondane, scampa la sensualità dalla ruina de’ vizi; e per questo vuole mostrare l’autore che, eziandio la considerazione ragionevole delle cose mondane, c’induce al dispregio del vizio et amore delle virtù. E, per quel che dice, che per lungo silenzio paria1 fioco; di Virgilio, che significa la ragione, come si porrà di sotto, moralmente si può dire che l’imperio della ragione sta fioco nell’uomo e non è inteso lungo tempo; cioè tutto il tempo della vita umana, infinchè è passata l’adolescenzia: imperò che infino a quel punto signoreggia la sensualità in tutti li più, e la ragione può poco o niente. Quello che seguita poi non à allegoria: imperò che non fu intenzione dell’autore porre ogni cosa allegoricamente, nè io intendo ogni parola moralizzare: chè sarebbe esporre2 un altro Dante.
C. I - v. 67-78. In questi quattro ternari finge l’autore la risposta di Virgilio alla sua dubitazione qui, ove dice: Qual che tu sia, o ombra, o uomo certo, la quale contiene due cose; prima, manifestazione di sè per la patria, onde fu nato, e per lo tempo della sua natività e della sua vita, et appresso per lo suo esercizio; e poi li fa riprensione della sua rovina, quivi: Ma tu, perchè ritorni ec. Dice prima, che questo apparito innanzi alli occhi suoi li rispose al suo dubbio, e però dice: Risposemi; cioè a me Dante, quello apparito: Non uomo s’intende sono, uomo già fui, e per questo dimostra ch’era vero l’una parte della disgiuntiva di Dante; cioè ch’era ombra. E li parenti miei; cioè il padre e la madre, furon Lombardi, per questo si manifesta la contrada; cioè che furono di Lombardia. Mantovani per patria ambidui, e per questo si manifesta la patria; cioè che furono da Mantova, che è una città di Lombardia. Nacqui sub Julio. Qui manifesta il tempo della sua natività, dicendo che nacque sotto il primo Imperadore; cioè sotto Giulio Cesare, che fu primo imperadore de’ Romani, ancor che fosse tardi; cioè, e benchè fosse tardi il mio nascere. Questo dice, perchè il suo nascimento fu presso alla morte di Cesare sì, che non potè avere nè della sua grazia nè nel suo favore, quasi voglia dire: Se io fosse3 nato più tosto che Cesare avesse avuto notizia di me, et io avessi potuto mostrarmi a lui, io n’avrei seguìti grandi benefici: imperò che Cesare onorava molto li uomini scientifici e litterati. E vissi a Roma sotto il buono Augusto. Per questo mostra che, uscito di Mantova, abitò in Roma sotto la grazia e favore d’Ottaviano Augusto, che succedette a Cesare. Al tempo delli Idii falsi e bugiardi; cioè al tempo del paganesimo: imperò che