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i n f e r n o xxx. |
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a falsificare i fiorini, dicendo ch’elli avea saputo da quelli peccatori arrabbiati che dentro della x bolgia era già giù l’uno di quelli conti; e però dice: Dentro c’è l’una già; di quelle tre anime de’ conti detti di sopra in questa bolgia, se l’arrabbiate Ombre che vanno intorno dicon vero; questo dice, perchè nell’infernali non n’è verità se non a danno o noia altrui, sì come ne’ beati non può essere bugia; le ombre arrabbiate sono quelle, di che fu detto di sopra; cioè Mirra e Gianni Schicchi. E secondo la fizione si dee intendere ch’ancora vi fossono dell’altre, benchè non conti se non queste due per esemplo: imperò che tutti quelli che ànno falsificato sè in altrui, o altrui in sè, deono essere a quel modo, secondo la fizione dello autore; altrimenti non sarebbe verisimile. Ma che mi val: con ciò sia cosa ch’io non possa saziare lo mio desiderio, ch’io lo vegga, ch’ò le membra legate; cioè imperò ch’io ò le membra legate dalla infermità? S’io fossi pur di tanto ancor leggero; qui mostra ben l’ardente suo desiderio, Ch’io potessi in cent’anni andare un’oncia Io sarei messo già per lo sentero; a trovare l’anima di quel conte che c’è; e però dice: Cercando lui tra questa gente sconcia; che è in questa bolgia, così infetta d’infermità e guasta, come detto fu di sopra, Con tutto ch’ella volge undici miglia; quasi dica: Poniamo che questo cerchio sia di tondo undici miglia; e questo è secondo la sua fizione, che finge così per mostrare che l’altro cerchio, che è lo nono e l’ultimo, sia appresso al centro della terra, E men d’un mezzo di traverso non ci à; per questo dimostra che la latitudine di quella bolgia si1 appunto un mezzo miglio. E per questo, secondo la ragione della Geometria, possiamo comprendere che, se il tondo della x bolgia che è l’ultima dello ottavo cerchio, xi miglia gira, è il suo diamitro un mezzo miglio; cioè dalla circunferenzia di fuori a quella d’entro, possiamo comprendere che tutto lo diamitro2, che va per retta linea da l’una circunferenzia di fuori all’altra di fuori che li viene per apposito, è miglia tre e mezzo; e così resta che il diametro del tondo che rimane dentro è miglia due e mezzo, e così gira la circunferenzia d’entro di questo ottavo cerchio, ch’è di circunferenzia di fuori del nono, miglia sette e mezzo d’un altro miglia3: e questo nono circulo è ancora diviso in quattro circuli per tondo, come si dirà di sotto; sì che ben si può comprendere che, mancando tutta via, si viene al centro. Io son per lor tra sì fatta famiglia; cioè tra questi dannati nella x bolgia: Ei m’indusser a batter li fiorini, Che avean tre carati di mondiglia: imperò che l’oro del fiorino dè essere di
xxiiii carati; e l’oro, di che battea e contrafacea il conio, era di xxi
- ↑ C. M. sia appunto — . Il Codice nostro ne offre — si — voce primitiva dal sim, sis, sit dei Latini. E.
- ↑ C. M. diametro,
- ↑ C. M. miglio: