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762 i n f e r n o   xxx. [v. 1-12]

guadagnare una cavalla ch’era nella torma di messer Buoso, che si chiamava la donna della torma e valea molti denari, facendo testamento in persona di messer Buoso. E dice l’autore che, poichè furono passati li due rabbiosi li quali avea attentamente ragguardati, elli si rivolse a ragguardare li altri miseri; e dice che vide uno fatto a modo di liuto: sì avea grosso il ventre, pur che non avesse avuta se non l’una gamba; e fìnge che costui era così diventato enfiato1, per ch’era idropico, e faceali la idropesi tenere le labbra aperte, come fa l’etico che arrovescia2 l’uno labbro in su, l’altro in giù per la sete. E qui è fine della lezione: ora è da vedere il testo con le allegorie.

C. XXX — v. 1-12. In questi quattro ternari l’autor nostro induce una storia poetica, acciò che quindi e dell’altra, che inducerà nelli altri, traga3 la sua similitudine; e questa si è presa dall’Ovidio, Metamorfoseos libro iii, ove l’autor tratta de’ fatti di Tebe, e questa è la storia. Poi che lo re Cadmo ebbe edificata Tebe, ebbe figliuoli e figliuole molto belle, tra le quali era Semele bellissima di tutte, della quale s’innamorò Giove, sommo delli dii, come fingono li poeti; et avuto effetto della sua intenzione, ella ingravidò da lui. Sentendo questo Giunone moglie di Giove, fu crucciata contra questa Semele e contra tutti li Tebani, sicchè molte volte fece loro danno assai; ma pur di Semele si puose in quore4 di vendicarsi; e preso l’abito di una vecchia, andò a stare con Semele come va l’una donna a visitar l’altra, e finsesi d’essere una delle sue parenti; e ragionando con lei dimesticamente, vennono a ragionamento dell’amor di Giove, et in questo ragionamento disse questa vecchia: Tu se’ ingannata da Giove, elli non ti vuole bene come a Giunone: imperò che s’elli ti volesse bene, elli ti si mosterrebbe in quella forma ch’elli si mostra a Giunone, quando si congiugne con lei, che mai non vedesti sì maravigliosa cosa; e però fatti promettere che qualunque grazia tu li domanderai, elli te la debba osservare; e fatta la promessione, li domanda questo, e avrai da lui quello che mai non ài avuto. A Semele entrò in cuore questo fatto; e venendo Giove a lei, si fece promettere una grazia quale ella addomandasse; e fatta la promessione, li domandò ch’elli si giugnesse a lei in quella forma, ch’elli si congiugnea con Giunone. Udita Giove la domanda, si pentè d’aver fatta la promessione; et osservando la promessione, si congiunse con lei in ispezie di fulminante, come si congiugnea con Giunone; e non

  1. Enfiato; infiato, cambiato l’i in e alla guisa de’ Provenzali. Così enteriora abbiamo visto più addietro, e Ciullo d’Alcamo cantò «Entendi bella, quel che ti dich’eo». E.
  2. C. M. che rinversa l’un labbro
  3. Traga; tragga, da traiere, dove gli antichi mutavano l’i in due g, e talora eziandio in uno solo. E.
  4. C. M. in cuore