103Quella sonò, come fusse un tamburo;
104 E maestro Adamo li percosse il volto
105 Col pugno suo, che non parve men duro,1
106Dicendo a lui: Ancor che mi sia tolto
107 Lo muover delle membra, che son gravi,2
108 Ò io il braccio a tal mestiere sciolto.3
109Ond’ei rispose: Quando tu andavi
110 Al fuoco, non l’avei tu così presto;4
111 Ma sì e più l’avei quando coniavi.4
112E l’idropico: Tu dì ver di questo;5
113 Ma tu non fosti sì ver testimonio
114 Là ’ve del ver fosti a Troia richiesto.
115S’io dissi il falso, e tu falsasti il conio,
116 Disse Sinone, e son qui per un fallo,
117 E tu per più che alcun altro demonio.
118Ricordati, spergiuro, del cavallo,
119 Rispose quel, ch’avea enfiata l’epa,
120 E siati reo, che tutto il mondo sallo.
121E te sia rea la sete onde ti crepa,6
122 Disse il Greco, la lingua; e l’acqua marcia
123 Che il ventre inanzi alli occhi ti si assiepa.
124Allora il monetier: Così si squarcia
125 La bocca tua per mal dir, come sole;7
126 Che s’io ò sete, et umor mi rinfarcia,
127Tu ài l’arsura, e il capo che ti duole;
128 E per leccar lo specchio di Narcisso,
129 Non vorresti a invitar molte parole.8
- ↑ v. 105. C. M. Col braccio suo,
- ↑ v. 107. per le membra,
- ↑ v. 108. C. M. Io abbo il braccio
- ↑ 4,0 4,1 v. 110-111. Avei; avevi. Nell’imperfetto della seconda e terza coniugazione fu sottratto il v all’ultimo, e si formò avea, dovea, sentia; avei, dovei, sentii e cotali. E.
- ↑ v. 112. C. M. Dì ben ver di questo;
- ↑ v. 121. C. M. A te sia reo
- ↑ v. 125. C. M. per dir mal,
- ↑ v. 129. C. M. a mutar molte parole.