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742 | i n f e r n o xxix. | [v. 31-51] |
potestà, riponete l’arme. Costui entrò in casa e pose giù l’arme et uscissi fuori; allora questo Geri lo percosse d’uno coltello ch’avea sotto, et ucciselo. Avvenne poi caso che uno di casa i Gerini andò potestà di Fucecchio, e con lui andò uno suo nipote che si chiamava Geremia per officiale, et andò un di’ alla cerca per l’arme, scontrò questo Geri ch’era capitato a Fucecchio per suoi fatti; e cercatolo s’elli avea arme, e non trovandogliele, lo percosse con un coltello nel petto et ucciselo, e di questo non fu mai fatto vendetta per quelli del casato di Dante; e però finge l’autore che lo minacciasse, perchè la vendetta non era fatta. E perchè questo Geri fu seminatore di scandali, però lo mette nella nona bolgia, e seguita: Tu eri allor; dice Virgilio a Dante, si del tutto impedito Sovra colui che già tenne Altaforte; questo fu messer Beltramo di cui fu detto di sopra, che a posta del re Giovanni, detto di sopra, tenne una fortezza che si chiamava Altaforte, che è in Inghilterra, Che non guardasti in là; cioè in verso là, sì fu sparito; cioè Geri detto di sopra.
C. XXIX — v. 31-39. In questi tre ternari l’autor nostro pone la risposta, ch’elli fìnge che facesse a Virgilio sopra quel che detto avea, e il suo processo, dicendo: O Duca mio; dice Dante a Virgilio, la violenta morte; del detto Geri che fu morto, come detto fu di sopra, Che non gli è vendicata ancor; per alcuno di sua casa, diss’io; cioò Dante, Per alcun che dell’onta sia consorte; cioè per alcun de’ consorti suoi, Fece lui disdegnoso; in verso di me, ond’el sen gìo; cioè se n’andò, Sanza parlarmi, sì com’io stimo; cioè penso io Dante, Et in ciò; cioè et in questo ch’io l’ò veduto isdegnoso, m’à el fatto assai più pio; cioè ch’io non sarei in verso l’inimici a non farne vendetta, che bench’io avesse in cuore di non farne vendetta, ora l’ò molto più. Così parlammo; io Dante e Virgilio, infino al luogo primo, Che; cioè che prima, da lo scoglio; cioè dal ponte, l’alta valle; cioè profonda, mostra, Se più lume vi fosse, tutto ad imo; cioè tutto infino al fondo; ma perchè v’è poco lume, non si può così vedere in fino al fondo del ponte che è luogo alto; e così dimostra che sia venuto in su la decima bolgia.
C. XXIX — v. 40-51. In questi quattro ternari lo nostro autore dimostra come giunsono in sulla decima bolgia, e manifesta in genere le pene che vi sono, dicendo: Quando noi; cioè Virgilio et io Dante, fummo in su l’ultima chiostra; cioè in su l’ultima chiusura, Di Malebolge; detto fu di sopra, perchè così si chiama, sì che i suoi conversi; conversi chiama i peccatori che vi sono, perchè nelli chiostri stanno li conversi, e di sopra è detto l’ultima chiostra, Potean parere alla veduta nostra; cioè potean apparere alli occhi nostri, Lamenti diversi1; perchè veniano da diverse parti, e per-
- ↑ C. M. diversi saettaron me; Dante, e dice diversi