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i n f e r n o xxviii. |
[v. 22-27] |
dello scisma e delli scandali, ora spezialmente tratta di quelle pene; onde è da vedere qui spezialmente di questo peccato, siccome è veduto di sopra delli altri, e delle pene che per li autori li sono appropiate. E prima doviamo sapere che qui finge l’autore che si punisca la nona spezie della fraude, che si chiama scandolo, o vero
scisma, che è peccato sottopposto all’invidia et è delle sue spezie:
imperò che si contrappone alla unione che si contiene sotto la carità
la quale è contraria all’invidia; et è questa la nona spezie della
fraude: imperò che questi seminatori di scisma e di scandali, sotto
spezie di bene, li seminano a danno del prossimo, a ciò che non se
ne possano guardare; et è differenzia tra infedeltà, eresia e scisma:
imperò che infedeltà s’oppone alla fede, et è non credere quello che
crede la fede in ogni cosa; et eresia è partirsi dalla fede in alcuna
parte, o fare mutamento in alcuna parte di quel che la fede catolica tiene; e scisma è partirsi in tutto dalla fede e dall’unità della
santa Chiesa, e però questo è maggior peccato che i due primi, e
però finge l’autore che sia punito più basso; et è scisma divisione e
separamento dall’unità della fede e dalla carità. Le spezie dello
scisma sono tre; cioè dipartimento dalla fede cristiana, e questo propriamente si chiama scisma; dipartimento dalla concordia civile, e
questo si chiama parzialità; e dipartimento dal prossimo, e questo
si chiama scandalo: e questa à altra specie; cioè dipartimento de’ congiunti per affinità 1; e dipartimento de’ congiunti per amicizia. Ora
doviamo notare le sue compagne, le quali sono ipocresia, adulazione, bugia, simulazione: le sue figliuole sono errore, odio, detrazione, offensione in avere et in persona, guerre e battaglie: li
rimedi contra sì fatto peccato sono investigamento di verità, fermezza, consideramento del bene dell’unità, e respetto del fine. Ora
sono da considerare le pene le quali l’autor finge essere sei, secondo
le spezie del detto peccato: imperò ch’elli pone che qual fosse fesso
il volto dal ciuffetto al mento, quale dal mento alle membra disoneste, quale forato nella gola e tagliato il naso infino al ciglio e l’uno
orecchie 2, qual tagliato la lingua, qual tagliato le mani, quale
portava il capo in mano; e tutti circundano la bolgia, ritornando ad
un diavolo che così li ferisce ogni volta da capo, poiché nel circuire
le ferite sono chiuse. E questo finge l’autore, per mostrare che la
pena loro sia infinita e che sieno sanza riposo: imperò che nella
vita ànno sempre guasto lo riposo e la pace de’ fedeli cristiani e
- ↑ C. M. dai congiunti per sangue; dipartimento
- ↑ C. M. l’uno orecchio, quale -. Orecchie ripete più volte il nostro Codice, come vedesi adoperato in altre antiche scritture per la nota conformità di terminazione. Il figliole, il fume, il pome, il profete, e tali s’incontrano presso i nostri Classici. E.