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i n f e r n o xxviii. |
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ribellasse inanzi che combattesse, diliberò combattere; e fatto suo
sforzo, seguitò co’ suoi Pugliesi lo re Carlo ch’era ito a Benevento; e
giunto quivi, vennono a battaglia, nella quale lo re Manfredi fu
sconfitto: imperò che tutti i Pugliesi fuggirono, et in quella fugga ne
furono molti tagliati et ancora nella sconfitta, e simile de’ Franceschi
e Provenzali assai per li molti balestrieri et arcadori ch’ebbe lo re
Manfredi; e però dice: E l’altra il cui ossame ancor s’accoglie A Ceperan; cioè se s’adunasse, s’intende, con quelle sconfitte dette di
sopra, quest’altra le cui ossa s’accolgono a Ceperano; lo quale Ceperano fu il luogo ove fu data la sconfitta e li uomini tagliati, perchè
ancora quivi si trovavano le ossa delli uomini morti, là dove fu bugiardo Ciascun Pugliese; questo dice perchè fuggirono, avendo promesso al re Manfredi d’essere con lui fedelmente, e là da Tagliacozzo; cioè se s’adunasse, s’intende, con le quattro battaglie dette di
sopra, quella gente il cui ossame ancora s’accoglie là da Tagliacozzo;
qui fa menzione della quinta battaglia che fu a Tagliacozzo in Puglia similmente; onde è da sapere che, poiché il detto re Carlo vincitore di Manfredi fu re di Cicilia e di Puglia, favoreggiava molto
la parte guelfa di Toscana; onde li Toscani ghibellini sollicitarono
Curradino figliuolo del re Currado (lo quale re Currado fu figliuolo
legittimo dell’imperadore Federigo secondo predetto ) che della Magna venisse con sua potenzia a difendere li amici e lo regno del suo
avolo Federigo secondo: però che oltre alla corona dell’imperio, esso
Federigo e’ suoi passati per molti tempi erano stati re del regno di
Cicilia e di Puglia, e così s’intitolavano esso Federigo secondo imperadore et ancora l’altro Federigo; cioè il Barbarossa; cioè Federigo
per la divina potenzia imperadore dei Romani e sempre accrescitore
e re di Gerusalem e di Cicilia ec.; onde Curradino giovanetto si
mise in via con suo sforzo, e venne con lui il Duca di Baviera e il
Conte di Tiralli per conducitori del suo esercito, e venne prima a Verona. Udito dal re Carlo, ch’era allora verso la Toscana, che Curradino era venuto, lasciò uno suo vicario in Toscana et andossene in
Puglia, perchè una citta chiamata Nocera, abitata da’ Saracini i
quali il re Manfredi tenea a suo soldo alla guardia di Puglia, et
avea fatta la detta città per tenere la Puglia con quella forza, udito
l’avvenimento di Curradino, si ribellò dal re Carlo per lo mal governo che faceano li Franceschi di quella e di tutta Puglia, trattandogli male. Dopo questo, lo detto Curradino se n’andò per Monferrato, et entrò in mare e venne a Pisa e cavalcò sopra Lucca. Allora lo maliscalco del re Carlo, venendo per soccorrer Lucca, fu sconfitto e morto da Curradino e dalla parte de’ ghibellini di Toscana ch’era venuta tutta all’obbedienzia sua. Et allora Curradino cavalcò a