712 |
i n f e r n o xxviii. |
|
a 1 questo scusandosi se il parlare non fosse sì pulito, dice: Chi potrebbe pur con parole elette e belle dire del sangue e delle piaghe pienamente ch’elli vide in questa nona bolgia, benché più volte ne parlasse? Quasi dica: Nessuno; ma ogni lingua certamente verrebbe meno e sì per lo sermone che è insufficiente ad esplicarlo, e per la mente che è insufficiente a comprenderlo; et a ciò dire induce alquante similitudini, dicendo: Se si ragunasse ancor tutta la gente che sparse il suo sangue in Italia per li Troiani, ove Puglia fu
dolente del suo sangue per li Pugliesi che furon morti, quando
Turno fu sconfitto da’ Troiani, e per la lunga guerra che fece sì
grande spoglie dell’anella delli Romani vinti da Annibale a Canni,
che moggia ne mandò il detto Annibale a Cartagine, come scrive e
narra Tito Livio nella terza 2 deca, libro terzo; con quell’altra sconfitta che fu nella detta contrada di Puglia, a quella terra chiamata Ceperano, o Ceparo, ove ciascun Pugliese fu bugiardo; e quella di Curradino, cioè la sconfitta che ebbe a Tagliacozzo in Campagna per lo consiglio di messer Alardo, e tutti mostrassono le loro piaghe e le loro membra tagliate, sarebbe nulla a pareggiare le moltitudini dell’anime tagliate e dimoncate che si vedeano nella nona bolgia. E discende a narrare d’uno, che vide rotto dal mento in fino alla parte strema del ventre, stempanato più che non fu mai botte; e pendevali le interiore tra le gambe, e la curata pareasi e lo stomaco et
ogni altro intestino. E mentre che tutto si mette a guardarlo, dice
che elli guardò lui e con le mani s’aperse il petto, dicendo: Vedi
come scoppiato è Macometto; e dinanzi a me vedi Ali fesso nel
volto dal petto infino alla sommità del capo; e tutti li altri, che tu
vedi quivi, furono seminatori di scandali e di scisma, e però sono
così fessi; e sappi che, come noi giriamo questo fossato, le piaghe si
risaldano; ma là istà uno demonio che, come giugnamo a lui con la
spada che tiene in mano, a ciascuno rifende la sua piaga saldata;
ma tu chi se’ che aspetti in su lo scoglio, forse per indugiar la pena
a che se’ stato giudicato? Allora dice l’autore che rispose Virgilio,
dicendo: Costui non è ancor morto, nè colpa commessa lo mena a
tormento; ma per darli piena esperienzia della giustizia di Dio, io
che sono morto, lo meno per lo inferno di giro in giro; e questo è
vero, com’io ti dico. Et allora dice che più di cento di quelle anime
s’arrestaron per vederlo per maraviglia; e poi che Macometto fu
dichiarato, dice l’autore ch’elli disse: Or dì a fra Dolcino tu, che
forse lo vedrai, che s’armi s’elli non mi vuole in brieve seguitare
qui, e pigli vittoria facendo penitenzia nel monte........, che
altrimenti non potrebbe acquistare sanza grande fatica. E questa
- ↑ incominciando questo
- ↑ C. M. nella prima decade, libro