103Et un, ch’avea l’una e l’altra man mozza,
104 Levando i moncherin per l’aere fosca,
105 Sì che il sangue facea la faccia sozza,
106Gridò: Ricordera’ti ancor del Mosca,
107 Che dissi, lasso! Capo à cosa fatta,
108 Che fu mal seme per la gente tosca;1
109Et io li aggiunsi: E morte di tua schiatta;
110 Perch’elli accumulando duol con duolo
111 Sen gìo, come persona trista e matta.
112Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
113 E vidi cosa, ch’io avrei paura,
114 Sanza più pruova, di contarla solo;
115Se non che coscienzia mi assicura,
116 La buona compagnia che l’uom francheggia
1170 Sotto lo sbergo del sentirsi pura.
118Io vidi certo, et ancor par ch’io il veggia,
119 Un busto sanza capo andar, sì come
120 Andavan li altri della trista greggia.
121E il capo tronco tenea per le chiome
122 Pesol con mano a guisa di lanterna,
123 E quel mirava noi, e dicea: O me!
124Di sè facea a sè stesso lucerna;
125 Et eran due in uno, et uno in due;
1260 Com’esser può, Quei il sa, che su governa.
127Quando diritto a piè del ponte fue,
128 Levò il braccio alto con tutta la testa,
129 Per appressarne le parole sue,
130Che fuoro: Or vedi la pena molesta
131 Tu, che, spirando, vai veggendo i morti,
132 Vedi s’alcuna è grande come questa,
- ↑ v. 108. C. M. il mal seme