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C A N T O XXVIII.
1Chi poria mai pur con parole sciolte1
Dicer del sangue e delle piaghe a pieno,
Ch’io ora vidi, per narrar più volte?
4Ogni lingua per certo verria meno
Per lo nostro sermone e per la mente,
Ch’ànno a tanto comprender poco seno.
7S’el s’adunasse ancor tutta la gente,2
Che giace in su la fortunata terra
Di Puglia, fu del suo sangue dolente,
10Per li Troiani, o per la lunga guerra3
Che dell’anella fe sì alte spoglie,
Come Livio scrive, che non erra:4
13Con quella, che sentì de’ colpi doglie
Per contrastare a Ruberto Guiscardo,
E l’altra, il cui ossame ancor s’accoglie
16A Ceperan, là dove fu bugiardo5
Ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo,
Dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo:
19E qual forato suo membro, e qual mozzo
Mostrasse, ad equar sarebbe nulla
Al modo della nona bolgia sozzo.6