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tra l’altro; e perciò dice: Sanza guerra nei cuor de’ suoi tiranni; Ma in palese nessuna or vi lasciai; cioè benché le guerre sieno occulte nelle mente 1 di quelli signori, in palese, nè in publico, no ne lasciai ora veruna; e poi ch’à detto generalmente di tutta Romagna, discende a dire particularmente delle terre che vi sono, onde dice: Ravenna; che è una città di Romagna presso alla marina, sta, come stata è molti anni; cioè signoreggiata da quelli da Polenta, che ànno per arma l’aquila vermiglia nel campo giallo 2, e similmente signoreggiavano un’altra terra che si chiama Cervia; e però dice: L’aquila da Polenta la si cova; questo dice, perchè 3 signoreggia, Sì che Cervia ricuopre; quest’aquila, con suoi vanni; cioè con le sue ale: vanni si chiamano le penne presso alle penne 4 dell’alia che si chiamano coltelli. La terra, che fe già la lunga pruova; questa è Forlì
la quale a tempo del re Carlo, quando venne in Romagna, sempre
guerreggiarono con lui, e diede molte sconfitte a’ Franceschi, e
mai non ubidì al re Carlo, nè al conte di Romagna messo in quel
paese per la parte guelfa; e però aggiugne: E de’ Franceschi sanguinoso mucchio: imperò che molti ne uccisono li Forlivesi, Sotto le branche verdi si ritrova; cioè è signoreggiata da quelli di Capalboli;
cioè delli Ordellaffi, li quali ànno per arme un mezzo leon verde
nel campo 5: E il Mastin vecchio, e nuovo da Verrucchio; questo dice d’Arimino il quale era signoreggiato allora da messer Malatesta vecchio, e messer Malatestino giovane, li quali erano da Verrucchio del contado d’Arimino; e chiamali mastini; cioè cani, perch’erano sforzevoli uomini e di rapace condizione, Che fecer di Montagna il mal governo; questo, dice perchè al tempo loro era un gentiluomo in Arimino, grande cittadino, chiamato Montagna, lo quale poi feciono morire segretamente a mal modo, quando l’ebbono preso et imprigionato quando presono la signoria, per paura che non resistesse
loro, Là dove soglion; cioè in Arimino, fan de’ denti succhio; cioè
trivello, o vero succhiello; cioè forano e divorano co’ denti li Ariminesi; questo dice, perchè gli à chiamati mastini, a denotare la loro
voracità. La città di Lamone; questa è Faenza, alla qual corre uno
fiume che si chiama Lamone, e di Santerno; questa è Imola, alla
qual corre un altro fiume che si chiama Santerno, Conduce il leoncel del nido bianco; questo dice, perchè queste due città signoreggiava
Maghinardo da Susinana, lo quale avea per arme uno leone vermiglio nel campo bianco, Che muta parte dalla state al verno; questo
Mainardo era uno uomo molto saputo de’ fatti del mondo, e non
guardava se non al suo utile propio, sì come fanno naturalmente li
- ↑ C. M. nelle menti
- ↑ C. M. campo bianco,
- ↑ C. M. perchè la signoreggia,
- ↑ C. M. presso alle prime de l’ala
- ↑ C. M. nel campo giallo: