76Li accorgimenti e le coperte vie
77 Io seppi tutte, e sì menai lor arte,
78 Che al fine della terra il suono uscie.
79Quando mi vidi giunto in quella parte
80 Di mia etade, ove ciascun dovrebbe
81 Calar le vele e raccoglier le sarte;
82Ciò, che prima mi piacque, allor m’increbbe,
83 E pentuto e confesso mi rendei:
84 Ahi! miser lasso, e giovato sarebbe.
85Ma il Principe de’ nuovi Farisei,
86 Avendo guerra presso a Laterano,
87 E non con Saracin, nè con Giudei:
88Chè ciascun suo nimico era Cristiano,
89 E nessuno era stato a vincer Acri,
90 Nè mercatante in terra di Soldano:
91Nè sommo officio, nè ordini sacri
92 Guardò in sè, nè in me quel capestro,
93 Che solea far li suoi cinti più macri.
94Ma come Costantin chiese Silvestro
95 Dentro Siratti a guarir della lebbre;
96 Così mi chiese questi per maestro,
97A guarir della sua superba febbre:
98 Domandommi consiglio; et io tacetti,
99 Perchè le sue parole parver ebbre.
100E poi ridisse: Tuo cor non sospetti:
101 Fin or ti assolvo, e tu m’insegna fare,
102 Sì come Penestrino in terra getti.1
103Lo Ciel poss’io serrare e disserrare,
104 Come tu sai; però son due le chiavi,
105 Che il mio antecessor non ebbe care.
- ↑ v. 102. C. M. Prenestrino