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i n f e r n o xxvi. |
[v. 121-142] |
dere del sole non ce le appiattasse, tutta via le 1 vedremo; e del marin suolo, s’intende della solidità della terra che cuopre il mare
o vogliamo intendere solo, cioè equalità e pianura, sicché s’intende
fuor della marina pianura. Cinque volte racceso, e tante casso Lo lume era di sotto della luna; cioè cinque mesi erano già passati, intendendo per ogni lunari uno mese, quasi dica: Cinque noveluni
erano passati; et intorno al parlare dell’autore è da notare che la
luna non à lume da sè, ma è illuminata dal sole, e che la luna è uno
corpo sperico; cioè d’ogni parte tondo, del quale l’una parte, o vuogli l’una metà, è lucida e recettiva di splendore, e l’altra parte è
oscura: la parte lucida sempre tiene verso lo sole nella quale lo
sole percuote co’suoi raggi e falla risplendere, come fa nello specchio; et alcuna volta la luna è per diritta linea sotto lo sole, et
allora si dice innovare; cioè che rinuova, e niente ne veggiamo perchè in verso noi è la parte oscura, e la parte luminosa è volta in
su inverso lo sole; e poi, come si comincia a dilungare dal sole,
incomincia apparire a noi la parte luminosa a poco a poco, l’una
volta più che l’altra, come più si dilunga l’uno di’ che l’altro dal
sole, in fino a tanto ch’ella è più distante che possa essere, et allora
veggiamo tutta e dicesi essere quindecima 2; e poi si comincia ad approssimare a poco a poco verso lo sole, sì che l’uno di’ ne veggiamo meno che l’altro, infino a tanto che ritorna alla linea che viene diritta sotto lo sole; et allora si dice innovare; e così, quanto al vero, la luna mai non s’accende e non si spegne, che sempre è illuminata dal sole, se non quando la terra s’oppone in mezzo; et allora
non à lume la luna e sta tanto oscura, quanto pena a passare quel
punto; e questo può addivenire ogni sei mesi e non mai, se non
quando la luna è quintadecima; cioè quando è nella maggiore distanzia dal sole; e però l’autore parla secondo che a noi appare, che
ci pare che la luna a poco a poco cresca et a poco a poco manchi,
benché non sia così, come detto è di sopra; ma nota che dice di sotto, per correggere lo suo detto, dicendo che lo raccendere e lo
spegnere è quanto a noi che siamo sotto la luna, e non quanto in sè
medesima, si che s’intende di sotto da sè, Poi ch’entrati eravam nell’altro passo; cioè poi che noi eravamo entrati nel passo dell’altro emisperio, Quando v’apparve una montagna, bruna Per la distanzia; rende la cagione perchè li parve bruna; cioè per la distanzia;
la distanzia fa parere li monti neri, e parvemi alta tanto, Quanto veduta non avea alcuna; cioè più alta che alcun’altra, ch’io n’avessi
mai veduta. Noi ci allegrammo; cioè io e’ compagni, e tosto tornò in pianto; quella allegrezza: Chè della nuova terra un turbo nacque;
- ↑ C. M. le vedremmo;
- ↑ C. M. quintadecima;