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682 | i n f e r n o xxvi. | [v. 112-120] |
entra nella terra e fassi lo mare Mediterraneo, tra di quello e di fiumi che corrono in esso: Sibilia è una città che anticamente fu chiamata Hispalis, et à uno fiume che si chiama Sibilia, e di quindi fu poi la città chiamata Sibilia, Dov’Ercole segnò li suoi riguardi: imperò che Ercole andò acquistando e combattendo in fino a quel luogo; e quivi, in su due isole che vi sono, pose le sue colonne in segno che nessuno passi più oltre, scrittovi in esse che in fino quivi passò Ercole, e sono chiamate quelle isole dalli autori Gades: cioè i termini, perchè quivi furono segnati i termini della terra: altri non fanno menzione dell’isole; ma de’ monti tra’ quali entra il mare Oceano, e in su questi dicono essere le colonne, e chiamano quello che è dal lato d’Europa, Calpe; e quello che è dal lato d’Africa, Abila, o vero Abinna; lo nostro autore dice Setta: imperò che Setta è una città posta presso a quel monte; Abila, come Sibilia, è presso a Calpe; onde seguita: A ciò che l’uom più oltre non si metta; ecco perchè Ercole vi segnò. Dalla man destra mi lasciai Sibilia, che è in Europa, presso a quel monte che si chiama Abinna, Dall’altra già m’avea lasciata Setta; cioè dalla man sinistra, dalla parte d’Africa, v’è appresso al monte Carpe 1 una città, che si chiama Setta; e per quel che dice significa che Setta sia più in fra la terra che Sibilia: e non finisce però qui la sua risposta Ulisse; ma volli dividere questo per la bella piccola esortazione che soggiugne.
C. XXVI — v. 112-120. In questi tre ternari pone l’autore l’esordio 2 che finge che Ulisse facesse a suo’ compagni, quando si dispose di cercare lo mare Oceano, perchè lo seguitassono; e dice continuando lo suo parlare Ulisse: O frati, dissi; cioè Ulisse ai miei compagni, che per cento milia Perigli giunti siete all’Occidente: rinvigorisce chi à vinti li pericoli, quando se ne ricorda, o songli ricordati, A questa tanto picciola vigilia De’ nostri sensi; cioè a questo sì poco di vita: imperò che quando viviamo 3, vegghiano i nostri sentimenti, (ch’è del rimanente; cioè che ci resta, che siamo già vecchi, come detto fu di sopra?) Non vogliate negar l’esperienza; cioè non vogliate negar d’essere esperti, o vero diventare esperti, Di retro al Sol, del mondo sanza gente; cioè nel mondo che è nell’altro emisperio, ove è solamente acqua, e non v’è alcuna gente, come comunemente si crede; e dice di retro al Sol, perchè andare oltra è, o era, andare di retro al sole; e se fossono potuti andare, sarebbono tornati all’oriente. Considerate la vostra semenza; cioè considerate onde siete nati, che sete nati da Dio: Fatti non fosti a viver come bruti; cioè come animali sanza ragione; Ma per seguir virtute e