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672 | i n f e r n o xxvi. | [v. 34-42] |
sono grandi e le notti piccole, Come la mosca cede alla zenzara; cioè come le mosche danno luogo alle zenzare 1; cioè come è sera che le mosche, che sono state et ite volando il di’, s’appiattano la sera, e le zenzare escono fuori, Vede lucciole giù per la Vallea; cioè le vede giù per la valle: le lucciole sono piccoli animali, come le mosche, ch’ànno il ventre lucido che pare che sia fuoco, e chiudono et aprono questo fulgore, secondo che si chiudono et aprono con l’alie, quando volano, Forse colà dove vendemmia et ara; cioè per avventura nelli suoi campi e ne’suoi vigneti, ch’elli lavora; Di tante fiamme tutta risplendea L’ottava bolgia; ora adatta la similitudine, dimostrando la grande quantità dell’anime che quivi erano, dicendo che l’ottava bolgia risplendea di tante anime, quante vede lo villano lucciole nella sua valle; ma non è la similitudine nel modo: imperò che quelle non chiudevano, come le lucciole, e poi ancora erano maggiori, si com’io m’accorsi; cioè io Dante, Tosto ch’io fui dove il fondo parea; cioè com’io fui montato in sul mezzo del ponte, onde si vedea lo fondo dell’ottava bolgia: e qui non è altra esposizione che litterale.
C. XXVI — v. 34-42. In questi tre ternari l’autor nostro aggiugne un’altra similitudine più vera, quanto al modo, dicendo che, come Eliseo profeta, che fu discepolo d’Elia, andò con Elia al luogo dove Idio li avea comandato, che il volea far togliere di questa vita e porlo nel paradiso delitiarum, vide uno carro di fuoco apparecchiato, in sul quale montò Elia e lasciò lo spirito suo di profezia ad Eliseo, sicché Eliseo n’ebbe poi due, Eliseo non potò tanto guardare 2 poi che’ cavalli cominciarono a levarsi alti in verso il cielo, che elli potesse vedere d’Elia nulla se non lo fuoco; e così elli vedea le fiamme andare per l’ottava bolgia e nessuna mostrava il peccatore che v’era dentro; onde dice: E qual colui; cioè Eliseo, che si vengiò; cioè vendicò de’ fanciulli che faceano beffe di lui, con li orsi; cioè con quelli feroci animali che li vendicarono, o vero divorarono; questo dice per tanto: imperò che tornato Eliseo dal luogo, ond’era Elia assunto nel paradiso delitiarum, piangea Elia suo maestro; onde li fanciulli faceano beffe di lui, dicendo: Vedi questo che è vecchio e piange lo maestro suo; onde Eliseo pregò Idio che mandasse sopra di loro orsi che li divorassino, e così addivenne, Vide il carro d’Elia al dipartire; tutto fuoco, Quando i cavalli; che menavano questo carro, al Cielo erti levorsi; cioè alti in verso lo Cielo, Che nol potea; cioè Eliseo, sì con li occhi seguire; quel corpo 3 ardente ov’era Elia, Ch’ei vedesse altro che la fiamma sola, Sì come nuvoletta in su salire; cioè verso il Cielo; Tal si movea ciascuna; cioè fiamma, quivi