100Ma misi me per alto mare aperto1
101 Sol con un legno, e con quella compagna2
102 Piccola, dalla qual non fui deserto.
103L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
104 Fin nel Marrocco, e l’isola de’ Sardi,3
105 E l’altre che quel mare intorno bagna.
106Io e i compagni eravam vecchi e tardi,
107 Quando venimmo a quella foce stretta,
108 Dov’Ercole segnò li suoi riguardi,
109A ciò che l’uom più oltre non si metta.
110 Dalla man destra mi lasciai Sibilia,
111 Dall’altra già m’avea lasciata Setta.
112O frati, dissi, che per cento milia
113 Perigli giunti siete all’Occidente,4
114 A questa tanto picciola vigilia
115De’ nostri sensi (ch'è del rimanente?)5
116 Non vogliate negar l’esperienza,
117 Di retro al Sol, del mondo sanza gente.
118Considerate la vostra semenza:
119 Fatti non fosti a viver come bruti;67
120 Ma per seguir virtute e conoscenza.8
121Li miei compagni fec’io sì acuti,
122 Con questa orazion picciola, al cammino,
123 Ch’appena poscia li avrei ritenuti;
- ↑ v. 100. C. M. per l’alto mare
- ↑ v. 101. Compagna; propiamente in antico valeva adunanza di soldati, che imponevano taglie e balzelli. E.
- ↑ v. 104. C. M. Fin al Marocco
- ↑ v. 113. C. M. Perigli siete giunti
- ↑ v. 115. C. M. (che è di rimanente?)
- ↑ v. 119. C. M. Fatti non siete
- ↑ v. 119. Fosti; voce regolare e primitiva, cavata dal fuistis de’ Latini. Oggi segue l’opposito, perchè termina in i la seconda singolare, ed in e la plurale. E.
- ↑ v. 420. Conoscenza; appo i Classici de’ primi secoli di nostra letteratura significava sapienza, senno. E.