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c o m m e n t o |
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dico: Ei: cioè Vanni Fucci, si fuggì; via sì, ch’io nol vidi più, che non parlò più verbo; cioè più parola, che quel ch’avea detto di sopra. Questo finge l’autore per convenienza della lettera; ma allegoricamente intende che fuggì dalla fantasia sua, perch’è detto e finto quel che volea fingere: ora passa ad altra materia, Et io; cioè Dante, vidi un Centauro pien di rabbia; che cosa sia Centauro fu detto di sopra nel canto ove si trattò de’ violenti, e però non lo replico; qui
dice ch’era molto rabbioso, Venir gridando: Ov’è, ov’è l’acerbo; cioè
Vanni Fucci del quale fu detto di sopra, perch’elli lo volea punire
della sua superbia, secondo che dirà di sotto? Finge l’autore che questi fosse Cacco del quale dice Virgilio nell’Eneide, che abitò nel
monte Aventino, nimico del re Evandro che abitava ov’è ora Roma;
cioè ove è il Campidoglio, e furava e rubava con omicidi et incendi
e con arsioni, facendo scorreria sopra quello che possedea lo re
Evandro, et in ognuno fu crudelissimo uomo: e però finge l’autore
che fosse qui posto a tormento di questi ladroni e furi, perchè fu
grandissimo ladro e furo nel mondo, e rubava e furava ognuno sì,
che come molestava nel mondo ognuno, non risparmiando li furi, nè
li rubitatori; così finge che sia posto nell’inferno, e descrive com’era
fatto. Maremma; questa è una contrada di Pisa, posta presso al
mare ove abondano molte serpi, intanto che a Vada è uno monasterio
bellissimo, lo quale per le serpi si dice essere disabitato, non cred’io; cioè io Dante, che tante n’abbia; delle bisce, Quante bisce; cioè serpi, elli; cioè questo centauro Cacco, avea su per la groppa; ecco che finge che fosse mezzo cavallo e mezzo uomo, come fu detto di sopra delli altri Centauri, perchè andava a cavallo a furare e rubare: e finge che avesse innumerabile moltitudine di serpi in su quella
parte che era cavallo, perchè la parte bestiale che era in lui maggior che l’umana, ebbe innumerabili fraudi et inganni di furare e rubare; et osservando la fizione che à osservato di sopra, ponendo secondo li luoghi li mostri che sono stati posti per li poeti nel mondo, per li demoni che ànno signoria di tale peccato, quale quivi si punisce, così pone qui Cacco per lo dimonio ch’à signoria sopra li furi et àe a tentare li uomini di sì fatto peccato, Infin dove comincia nostra labbia; cioè lo nostro ventre, ove sta la bruttura di tutto lo corpo umano: labbia significa bruttura; cioè labe, che è vocabolo grammatico 1; e questo dice, perchè li Centauri dal ventre in su si dicono essere uomini, e dal ventre in giù cavalli, e così si mostra dell’uomo quando è 2 cavallo dal ventre in su. Sopra le spalle; umane di Cacco, dietro dalla coppa; cioè dalla parte di dietro ove è la groppa del cavallo, Con l’ali aperte gli giacea un draco; cioè quivi
- ↑ Qui grammatico vale appartenente alla lingua latina. E.
- ↑ C. M. è a cavallo