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638 i n f e r n o

103Insieme si ripuoser a tai norme,1
      Che il serpente la coda in forca fesse,
      E il ferito ristrinse insieme l’orme.
106Le gambe con le cosce seco stesse
      S’appiccar sì, che in poco la giuntura
      Non facea segno alcun che si paresse.
109Togliea la coda fessa la figura,
      Che si perdeva là; e la sua pelle
      Si facea molle, e quella di là dura.
112Io vidi entrar le braccia per l’ascelle,
      E i due piè della fiera, ch’eran corti,2
      Tanto allungar, quanto accorciavan quelle.
115Poscia li piè di retro, insieme attorti,
      Diventaron lo membro che l’uom cela,3
      E il misero del suo n’avea due porti.
118Mentre che il fumo l’uno e l’altro vela
      Di color nuovo, e genera il pel suso4
      Per l’una parte, e dall’altra dipela,
121L’un si levò, e l’altro cadde giuso,
      Non torcendo però le lucerne empie,
      Sotto le quai ciascun cambiava muso.
124Quel ch’era dritto il trasse in ver le tempie,5
      E di troppa materia, che là venne,
      Uscir li orecchi dalle gote scempie:
127Ciò che non corse in dietro, ei si ritenne,
      Di quel soverchio fe naso alla faccia,6
      E le labra ingrossò quanto convenne.
130Quel che giacea, lo muso innanzi caccia,
      E li orecchi ritira per la testa,
      Come face le corna la lumaccia:

  1. v. 103. C. M. si ripuoseno
  2. v. 113. C. M. E due piè della bestia,
  3. v. 116. C. M. le membra
  4. v. 119. C. M. e ingenera
  5. v. 124. C. M. dritto trassen
  6. v. 128 C. M. fe naso la faccia,