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[v. 142-151] | c o m m e n t o | 633 |
sacrestia de’ belli arredi; cioè de’ bellissimi adornamenti, che sono a Pistoia alla chiesa maggiore, E falsamente già fu apposto altrui; cioè al detto Rappino, narrato di sopra. Ma perchè di tal vista tu non godi; cioè tu, Dante, d’avermi veduto in questo luogo, che sono contrario alla parte tua, Se mai sarai di fuor de’ luoghi bui; cioè di questo inferno: imperò che sapea bene che nell’inferno non potea godere; et aggiugne uno annunzio che dee dispiacere a Dante.
C. XXIV— v. 142-151. In questi tre ternari e un verso l’autor nostro finge che Vanni Fucci li annunzi che li Neri di Fiorenza, ch’erano cacciati da Fiorenza e venuti a Pistoia, perchè i Bianchi signoreggiavano in Firenze, della qual parte era Dante, ritorneranno in Fiorenza e cacceranno li Bianchi, e però dice: Apri li orecchi; tu, Dante, al mio annunzio; cioè a quello ch’io ti predico, et odi; quello ch’io ti dirò: Pistoia pria de’ Negri si dimagra: però che si partiranno quindi; Poi Fiorenza rinnuova genti e modi: però che saranno cacciati li Bianchi, e ritorneranno li Neri. E parlando sotto allegoria, dice: Tragge Marte; cioè li Fiorentini, alli quali signoreggia Marte, come detto fu di sopra; e questo dice per li Bianchi ch’erano allora in Fiorenza, vapor; cioè accendimento di battaglia, di Val di Magra; cioè di Lunigiana, ove sono li marchesi Malespini 1: imperò che i Bianchi, vedendo che li Neri coi Pistolesi si faceano forti, presono per capitano messer Maruello marchese delli Malespini 1; e perchè tali marchesi ànno loro tenute al lato ad un fiume, che si chiama la Magra che è fine della Toscana et è di là da Serezana, però dice: di Val di Magra, Che di torbidi nuvoli è involuto. Seguitando allegoria dice ch’a questo accendimento di battaglia saranno molte involuzioni di diverse parti et ancora di diversi effetti, che avverranno nella battaglia sì, che accenderanno più li animi, E con tempesta impetuosa et agra; cioè con questo grande accendimento d’ira, che dà grandi tempestadi e forti, Sopra campo Picen fia combattuto. Questo campo è nella Marca, o ancor è in quello di Pistoia, del quale fa menzione Sallustio, quando tratta della congiura e battaglia di Catellina: Ond’ei repente; cioè subitamente, spezzerà la nebbia; cioè l’oscurità dell’avvenimento e riuscita della battaglia, che è cosa oscura et incerta ad ogni uomo infino che non viene il fine, Sì ch’ogni Bianco ne sarà feruto; e per questo manifesta che i Bianchi denno essere sconfitti in quella battaglia, E detto l’ò; io Vanni Fucci a te Dante, perchè doler ti debbia; questo mostra che li dica per lo peggio che può, come suo nimico. E qui finisce il xxiv canto: seguita il vigesimo quinto.