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i n f e r n o xxiv. |
[v. 1-15] |
zione del tempo secondo l’astrologia, dicendo così: In quella parte del giovanetto anno; parla qui l’autore dell’anno a similitudine dell’etadi dell’uomo, non di tutte; ma di quattro 1 tempi; cioè in primavera, estate, autunno e verno, ponendo che la primavera sia simile alla adolescenzia: però che come l’uomo cresce; così le cose che produce la terra escono fuori e crescono; così li giorni ancora cominciano a crescere: e come l’adolescenzia è età calda et umida; così è la primavera: e la state si è simile alla giovanezza: l’uomo è forte; così tutte l’erbe e le piante uscite fuori della tenerezza vegnano nella durezza: e come l’uomo dura e consiste nelle sue vigorosità e pone fine al crescere; così la state quasi li di’ stanno in uno essere di grandezza infino2 al solstizio estivale: e come la giovanezza è calda e secca; così la state: e l’autunno si è simile alla virilità: imperò che come l’uomo è venuto nella virilità et intende ai guadagni, onori et amistadi et alle cose fruttuose; così l’autunno dà li frutti delli arbori e gitta giù le frondi, come l’uomo gitta giù li giuochi e li trastulli: e come la virilità è fredda e secca; così è l’autunno: e lo verno è simile alla vecchiezza: imperò che come il vecchio è inabile all’opere; così lo verno è spogliato di tutti i frutti: e come il vecchio s’inchina e manca del suo corpo; così lo verno mancono li giorni: e come il vecchio è freddo et umido; così è il verno; e però volendo l’autor nostro intendere del principio della primavera, dice del giovenett’anno; cioè adolescente; cioè la fanciullezza dell’anno, chiamandolo giovanetto, a differenzia della giovanezza compiuta. Et è qui da notare che l’autore parla de’ tempi dell’anno, incominciando secondo li astrolagi la primavera dal solstizio di Capricorno, e la state dell’3 equinozio d’Ariete, e l’autunno dal solistizio di Cancro, e il verno dall’equinozio della Libra; e per confermar quello, aggiugne: Che il Sole i crin sotto l’Aquario tempra; cioè sotto quel segno che si chiama Aquario tempra li suoi raggi, pigliando i crini per li raggi, sotto il quale e nel quale segno il sole entra a mezzo gennaio o circa, e stavvi infino a mezzo febraio o circa; nel qual tempo incomincia la primavera. Ogni segno à 30 gradi et ogni di’ naturale lo sole ne passa uno, sicchè in 30 di’ à passato tutto uno segno; e dice tempra, cioè tempera; i crini; cioè i capelli. Li poeti fingono che il sole sia uno idio che lo chiamano Febo, e fingonlo con una bella capellatura, intendendo per quella capellatura li raggi suoi, li quali incomincia lo sole a temperare sotto l’Aquario: imperò che si parte dal tropico iemale e viene verso l’equinoziale, et incomincia l’aere a noi a lasciare la rigidità
- ↑ C. M. di quattro, secondo che l’anno è diviso in quattro tempi; cioè primavera,
- ↑ C. M. di grandezza insieme al solstizio
- ↑ C. M. dall’ equinozio