127Et io al Duca: Dilli che non mucci,
128 E domanda qual colpa qua giù il pinse:
129 Ch’io il vidi uom già di sangue e di corrucci.
130E il peccator, che intese, non s’infinse;1
131 Ma drizzò verso me l’animo e il volto,
132 E di trista vergogna si dipinse.
133Poi disse: Più mi duol, che tu m’ài colto
134 Nella miseria dove tu mi vedi,
135 Che quando fui dell’altra vita tolto.
136Io non posso negar quel che tu chiedi:
137 In giù son messo tanto, perch’io fui
138 Ladro alla sacrestia de’ belli arredi;
139E falsamente già fu apposto altrui.
140 Ma perchè di tal vista tu non godi,
141 Se mai sarai di fuor de’ luoghi bui,2
142Apri li orecchi al mio annunzio, et odi:
143 Pistoia pria de’ Negri si dimagra;3
144 Poi Fiorenza rinnuova genti e modi.
145Tragge Marte vapor di Val di Magra,
146 Che di torbidi nuvoli è involuto,4
147 E con tempesta impetuosa et agra4
148Sopra campo Picen fia combattuto;
149 Ond’ei repente spezzerà la nebbia,5
150 Sì ch’ogni Bianco ne sarà feruto;
151E detto l’ò, perchè doler ti debbia.6
- ↑ v. 130. C. M. non si finse;
- ↑ v. 141. C. M. fuor da’ luoghi
- ↑ v. 143. C. M. in pria de’ Neri
- ↑ 4,0 4,1 v. 146-7. C. M. Che da turbidi nuvoli involuto, E con tempesta
- ↑ v. 149. C. M. spesserà
- ↑ v. 151. C. M. E dicolo, perchè