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CANTO XXIV.


1In quella parte del giovanetto anno,
      Che il Sole i crin sotto l’Aquario tempra,
      E già le notti a mezzo di’ sen vanno;1
4Quando la brina in su la terra assempra
      L’imagine di sua sorella bianca,
      Ma poco dura alla sua penna tempra;
7Lo villanello, a cui la robba manca,
      Si leva e guarda, e vede la campagna
      Biancheggiar tutta, ond’ei si batte l’anca:
10Ritorna in casa, e qua e là si lagna,
      Come il tapin che non sa che si faccia;2
      Poi riede, e la speranza il ringavagna,3
13Veggendo il mondo aver cangiata faccia
      In poca d’ora; e prende suo vincastro,45
      E fuor le pecorelle a pascer caccia;
16Così mi fece sbigottir lo Mastro,
      Quand’io li vidi sì turbar la fronte,
      E così tosto al mal giunse lo impiastro:

  1. v. 3. C. M. al mezzo di’
  2. v. 11. C. M. Come tapin
  3. v. 12. C. M. la speranza irringavagna,
  4. v. 14. C. M. In poco d’ora;
  5. v. 14. In poca d’ora. Maniera ellittica; cioè in poca durata, in poca quantità d'ora. E.