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588 | i n f e r n o xxiii. |
bolgia, e come i demoni li perseguitarono, quivi: S’egli è, che sì la destra ec.; nella quarta, come discesono nella sesta bolgia, quivi: Non corse mai; nella quinta manifesta quel che trovarono nella sesta bolgia, quivi: Là giù trovammo ec. Divisa adunque la lezione, principalmente è da vedere la sentenzia litterale che è questa.
Poi che Virgilio e Dante si furono partiti da’ demoni, che erano impacciati a ripigliar que’ due ch’erano impegolati, dice Dante, ch’elli e Virgilio n’andavano taciti soli e sanza compagnia, l’uno dinanzi e l’altro retro come’ frati minori vanno per cammino: e dice ch’elli avea volto il suo pensieri in su la favola d’Isopo per la rissa delli demoni, nella quale Isopo trattò della rana e del topo, aggiugnendo che non si pareggia la favola d’Isopo con la rissa de’ dimoni, sebben si aggiugne il principio e il fine dell’una e dell’altra insieme con la mente ferma. E dice che come l’uno pensiere scoppia dell’altro, così nacque di quel pensiere un altro, che li fe doppia la prima paura; e dice ch’elli pensava così: Questi demoni per noi; cioè per Virgilio e per me, sono scherniti con danno e con beffa sì fatta, ch’assai credo che noi loro: se l’ira s’aggiugne col mal volere, e’ ci verranno dietro più crudeli, che quel cane a quella lievre ch’elli acceffa. Et aggiugne che già si sentia arricciare i peli 1 per la paura, e stava attento di dietro 2, e però disse a Virgilio: Maestro, se non celi te e me tostamente, io ò paura di Malebranche: noi li aviamo già di dietro, io l’imagino sì, che già li sento. Et allora Virgilio disse: Se io fossi uno specchio, non tirerei a me l’imagine tua esteriore corporale più tosto, ch’io ò quella dell’animo dentro: pur ora li tuoi pensieri si congiunsono co’ miei con simile atto e simile apparenzia, sì ch’io ò fatto uno consiglio d’amendue. Se gli è che la destra costa giaccia sì, che noi possiamo scendere nell’altra bolgia, noi fuggiremo la caccia che noi aviamo imaginato. E non compie Virgilio di dir questo, che Dante li vide venire con l’alie tese, per volere pigliare non molto di lungi; et allora Virgilio prese Dante di subito, come la madre che si sveglia al romore del fuoco e vede presse 3 a sè le fiamme accese, che non s’arresta pur tanto che si metta la camizia 4; ma avendo più cura del figliuolo che di sè, lo piglia e fuggesi ignuda; e così Virgilio si lasciò riverto giù della ripa ch’era mezzo tra la quinta bolgia e la sesta. Et aggiugne una similitudine ch’elli corse piuttosto giù, che non corre l’acqua per la doccia del mulino terragno, portandosene sopra il petto giù dalla ripa Dante, non come compagno; ma come figliuolo: e dice ch’appena furono