73Perch’io al Duca mio: Fa, che tu truovi
74 Alcun, che il fatto o il nome si conosca;1
75 E li occhi, sì andando, intorno muovi.
76Et un, che intese la parola tosca,
77 Di rietro a noi gridò: Tenete i piedi,
78 Voi, che correte sì per l’aura fosca:2
79Forse ch’avrai da me quel che tu chiedi;
80 Onde il Duca si volse, e disse: Aspetta,
81 E poi secondo il suo passo procedi.
82Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta
83 Dell’ animo, col viso, d’esser meco;3
84 Ma tardavali il carco e la via stretta.
85Quand’ei fur giunti, assai con l’occhio bieco
86 Mi rimiraron sanza far parola;4
87 Poi si volsero in sè, e dicean seco:
88Costui par vivo all’atto della gola;
89 E s’ei son morti, per qual privilegio
90 Vanno scoperti della grave stola?
91Poi disse a me: O Tosco, ch’al collegio
92 Dell’ipocriti tristi se’ venuto,
93 Dir chi tu se’ non avere in dispregio.
94Et io a loro: Io fui nato e cresciuto
95 Sopra il bel fiume d’Arno alla gran villa,5
96 E son col corpo ch’ i’ ò sempre avuto.
97Ma voi chi siete, a cui tanto distilla,
98 Quant’io veggio, dolor giù per le guance,
99 E che pena è in voi che si sfavilla?
100E l’un rispose: O me le cappe rance
101 Son di piombo sì grosse, che li pesi
102 Fanno sì cigolar le lor bilance!6
- ↑ v. 74. ch’ al fatto al nome
- ↑ v. 78. C. M. per l’aire fosca:
- ↑ v. 83. C. M. In nell’ atto del viso,
- ↑ v. 86. C. M. Mi rimiravan
- ↑ v. 95. C. M. il gran fiume
- ↑ v. 102. C. M. Fan così cigolar