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580 | i n f e r n o xxii. | [v. 133-144] |
terra; per gittarsi più velocemente e con maggior forza 1, et in un punto Saltò; nella pegola, e dal proposto lor; cioè dalla intenzione e proposito loro, si tolse; andandone sotto la pegola, ch’elli s’avien proposto di stracciarlo. Di che ciascun di colpa fu compunto; cioè ciascun si riputò colpevole del suo fuggire; Ma quei più, che cagion fu del difetto; e questi fu Alichino, perch’elli diede col suo dire sicurtà 2 alli altri, che lo Navarrese non potesse fuggire, Però si mosse, perchè li parea esser colpevole, e disse: Tu se’ giunto; Giampolo; e così li volò dietro. Poco li valse; s’intende il volare et il gridare: chè l’alie il sospetto Non potero avanzar; qui vuol dire che il Navarrese andò piuttosto per la paura, che il dimonio per la sua propria volontà, e però dice che l’ali d’Alichino, che portavano Alichino per la sua propria volontà, non poterono avanzare lo sospetto; cioè la paura del Navarrese: proverbialmente si dice: Paura fa vecchia trottare. E però è qui da notare che il movimento, che è da volontà non è sì veloce, come quello ch’è incitato da paura: imperò che l’uomo in tal caso si gitta e non guarda come; come fece lo Navarrese, come finge l’autore per fare verisimile lo suo poema; ma Alichino volava con riguardo di non toccare la pegola, quelli; cioè Giampolo, andò sotto; la pegola, E quei; cioè Alichino, drizzò, volando suso, il petto; tornando in su. Non altrimenti l’anitra; aggiugne qui una similitudine dell’anitra, che è uccello aquatile e del falcone, pigliando l’anitra per Giampolo, e lo falcone per Alichino, di botto; cioè di colpo gittandosi, Quando il falcon; questo è un uccello, con che s’uccella ai grandi uccelli, s’appressa; a lei, giù s’attuffa; cioè sotto l’acqua, E quei; cioè lo falcone, ritorna su; in aere, crucciato e rotto, perchè non l’à potuto pigliare; e così tornava Alichino.
C. XXII — v. 133-144. In questi quattro ternari l’autor nostro dimostra l’uficio di Calcabrina, fingendo che s’inghermisca 3 con Alichino e caggia nella pegola: imperò che, quando lo inchinamento della volontà s’aggiugne col deliberamento e corrompesi, cade nella pegola; cioè nella fraude 4; cioè nella baratteria; e però dice così: Irato; cioè crucciato, Calcabrina; cioè quel dimonio così chiamato, della buffa; che avieno tutti ricevuta da Giampolo, Volando dietro li tenne; ad Alichino, invaghito; cioè Calcabrina, Che quei; cioè Giampolo, campasse; delle lor mani, per aver la zuffa; con Alichino che n’era stato cagione. E come il barattier; cioè Giampolo che baratteria avea commessa, e per quel finge che fosse dannato quivi, fu disparito; cioè sotto la pegola, Così volse li artigli; cioè Calcabrina,