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574 | i n f e r n o xxii. | [v. 64-75] |
Odi malizia ch’elli à pensata per gittarsi giuso! E quello Navarrese ch’avea lacciuoli a gran dovizia rispuose: Io sono troppo malizioso, quando desidero a’ miei maggiore tristizia. Et Alichino a questo non s’attenne; ma innanzi alli altri disse a lui: Se tu ti cali, io non ti verrò di rietro gualoppando; ma batterò l’alie sopra la pegola: abbandonisi questo colle e sia la ripa scudo, a vedere se tu solo vali più di noi. Et aggiugne l’autore attenzione al lettore, dicendo: O tu, che leggi, udirai nuovo giuoco. Ciascuno di quelli demoni si volse dall’altra parte, e quel fu il primo che si mostrava più aspro. Et allora quello Navarrese, veduto il tempo, fermò le piante a terra, et allora saltò e levossi dinanzi dal proposito nostro, o vero loro; per la qual cosa ciascuno si reputò colpevole; ma più quello che fu cagione del difetto, e però elli si mosse e tenneli dietro e gridò: Tu se’ giunto; ma poco li valse, che l’alie non poterono avanzare il sospetto: quel peccatore andò sotto, e il dimonio dirizzò volando suso il petto. E fa una similitudine che, non altrimenti l’anitra di subito, quando il falcone s’approssima, s’attuffa giuso sotto l’acqua, et elli ritorna su crucciato e rotto. Allora Calcabrina crucciato della beffa li tenne dietro volando, invaghito che il peccatore campasse per aver la zuffa col suo compagno 1; cioè con Alichino. E come fu sparito lo barattieri, così volse li artigli al suo compagno Alichino; e quelli fu bene sparvier grifagno ad inghermir 2 ben lui, e così ghermiti amendui caddono nella pegola bogliente; ma il caldo 3 li fe subito schermire; ma non si poteano però levare: sì aveano inveschiate l’alie. Allora Barbariccia dolente con li altri suoi ne fece volar quattro dall’altra costa, e con tutti i raffi, et assai prestamente discesono di qua e di là alla posta; e porsono li uncini in verso l’impaniati, ch’erano già cotti dentro dalla costa; e così Virgilio e Dante li lasciarono impacciati et andarono alla loro via. E qui finisce la sentenzia litterale: ora è da vedere il testo con le allegorie e moralitadi.
C. XXII— v. 64-75. In questi quattro ternari l’autor nostro finge come Virgilio mosso per quello ch’aveva detto Barbariccia, domandò ancora lo Navarrese, dicendo così: Lo Duca; cioè Virgilio che mi guidava, dunque: cioè però che Barbariccia è contento ch’io domandi: Or dì, delli altri rii; cioè peccatori, Conosci tu alcun, che sia Latino; cioè italiano, Sotto la pece; cioè sotto la pegola? E quelli; cioè lo Navarrese, rispuose a Virgilio: Io mi partii, Poco è, da un che fu di là; cioè nel mondo, vicino; dell’Italia, s’intende, Così foss’io con