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572 | i n f e r n o xxii. | [v. 55-63] |
ad ognuno: imperò che sanza grande eccellenzia non avrebbe detto l’autore: del buon re Tebaldo: Quivi; cioè nella sua corte, mi misi a far baratteria; cioè a vendere le grazie e li offici, Di che; cioè della qual baratteria, io rendo ragione in questo caldo; cioè in questa pegola bogliente, nella quale io sono punito della mia baratteria.
C. XXII — v. 55-63. In questi tre ternari l’autor nostro dimostra lo strazio, che finge esser fatto di questo Giampolo, dicendo: E Ciriatto; ecco l’altro demonio ch’ avea figura di porco, e però dice:
a cui di bocca uscia D’ogni parte una sanna, come a porco: imperò
che sua similitudine avea, Gli fe sentir; a Giampolo, come l’una sdrucia; imperò che l’una lo percosse e ferillo. E qui si verifica
quello che fu detto di sopra nell’altro canto precedente, che Ciriatto
significa l’offensione che fanno li barattieri nel mondo inverso il
prossimo; e litteralmente dimostra che risponda loro simile pena
nello inferno; cioè com’elli ànno offeso, così sieno offesi. E perchè
costui avea offeso pur in uno modo, però finge che il ferisse pur
coll’una, et aggiugne poi una transunzione, dicendo: Tra male gatte; cioè tra Malebranche, era venuto il sorco; cioè il topo; cioè il misero peccatore ch’era così tra loro, come il topo tra le gatte: Ma Barbariccia il chiuse con le braccia; cioè l’abbracciò 1 e ricevettelo frodolentemente; e però seguita: E disse; alli altri, cioè demoni: State in là; voi altri, mentr’io; cioè Barbariccia, lo inforco; cioè mentr’io
l’afferro con le braccia, o vero col forcone del ferro ch’avea in mano.
E qui si verifica quel che fu detto di sopra; cioè che Barbariccia
figurava la fraudulenta asconsione: imperò che frodolentemente
l’appiatta alli altri, mostrandosi di doverlo inforcare; et elli fece per
appiattarlo alli altri, e poi ch’ebbe abbracciato, volse la faccia;
a Virgilio, e però dice: Et al Maestro mio; cioè a Virgilio, volse; Barbariccia, la faccia: Domandal, disse; Barbariccia a Virgilio, ancor, se più disii; cioè desideri, Saper da lui, prima ch’altri il disfaccia; e
per questo si mostra che l’appiattasse, abbracciandolo con intenzione che rispondesse a Virgilio. E questo 2 volle dimostrare l’autore
quello che intendeva per Barbariccia; cioè fraudolente asconsione; e
se altri opponesse: Elli non fu disfatto poi; rispondesi: Elli seppe sì
fare che elli fuggì, come apparirà di sotto nel testo. E qui finisce
la prima lezione, seguita la seconda.
Lo Duca adunque ec. poichè il nostro autore à detto lo loro
cammino e come fu giunto quel peccatore da’ demoni, ora dimostra
che fine ebbe il suo parlare e come si partirono dai demoni; e dividesi questa lezione in sette parti, perchè prima si pone come Virgilio domanda e lo Navarrese risponde, e come uno demonio li fece