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[v. 1-12] | c o m m e n t o | 567 |
ritraevano sotto i bollori. E dice ch’elli vide, et ancora ne li viene raccapriccio, uno aspettare come addiviene alcuna volta che alcuno ranocchio rimane alla riva e li altri saltano alla riva, o vero nell’acqua; et allora Graffiacane, che gli era più d’incontro che gli altri, lo prese col ronciglio per le chiome impegolate delli capelli, e tirollo su che parve una lontra. E dice Dante ch’elli sapea già il nome de 1 tutti li demoni: sì li notò quando furono eletti, et ancor quando si chiamavano attendea come; sicchè vidi 2 gridare a tutti quelli maladetti: O Rubicante, fa che tu metta li unghioni a dosso a costui sì, che tu lo scuoi. Et allora disse Dante a Virgilio: O Maestro mio, fa fa, se puoi, che tu sappi chi è lo sciagurato venuto a man de’ nimici suoi. Allora Virgilio li s’accostò al lato e domandollo onde elli era; e quelli rispuose: Io fui nato del regno di Navarra e fui figliuolo d’una gran donna che mi generò d’uno ribaldo distruggitor di sè e di sue cose; ond’ella mi pose servo d’uno signore e poi divenni famiglio del buon re Tebaldo; e quivi mi misi a far baratteria, della quale rendo ragione in questo caldo. Detto questo, Ciriatto a cui usciva di bocca da ogni lato, come a porco, una sanna, li fe sentire come l’una sdrucia: lo sorco 3 era venuto tra male gatte: ma Barbariccia il chiuse con le braccia e disse alli altri: State in là mentre io lo inforco; e volse la faccia in verso Virgilio e dissegli: Domanda ancora, se più desideri di sapere da lui, prima ch’altri lo disfaccia, come aviamo cominciato. E qui finisce la sentenzia litterale di questa lezione: ora è da vedere il testo con l’esposizioni.
C. XXII — v. 1-12. In questi quattro ternari l’autor nostro, ammirandosi della mossa di Barbariccia con la sua decina, che fu fatta come detto è di sopra, dice che fu diversa da tutte le mosse del mondo, e però dice: Io; cioè Dante, vidi già cavalier muover campo; cioè stazione, che è usanza, quando si muovono e levansi da campo, che parte dell’esercito fa la guardia e li altri fanno le some, e raccolta la salmeria, la mettono in mezzo e prendono cammino con suoni di tamburelli, di corni, di nacchere, di trombe, trombette e cennamelle 4; e così quando si pongono e s’accampano, sempre fanno la guardia, che se fossono assaliti sia chi li difenda: e per questo mostra che già sia stato nelli eserciti, e ch’elli sia stato uomo pratico d’ogni cosa. E cominciare stormo; cioè romore battaglieri ò veduto già io Dante, e far lor mostra; delli cavalieri, E tal volta partir; del campo e raccogliersi, per loro scampo; cioè per loro scampamento, Corritor vidi; io Dante, per la terra vostra; cioè scorrere, O Aretini;