Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
c a n t o xxii. | 565 |
130Non altrimenti l’anitra di botto,
Quando il falcon s’appressa, giù s’attuffa,
E quei ritorna su crucciato e rotto.
133Irato Calcabrina della buffa,
Volando dietro li tenne, invaghito
Che quei campasse, per aver la zuffa.
136E come il barattier fu disparito,
Così volse li artigli al suo compagno,
E fu con lui sopra il fosso ghermito.1
139Ma l’altro fu bene sparvier grifagno
Ad artigliar ben lui, et amendue
Cadder nel mezzo del bogliente stagno.
142Lo caldo sghermitor subito fue;2
Ma però di levarsi era niente:
Sì aveano inveschiate l’ali sue.3
145Barbariccia con li altri suoi dolente
Quattro ne fe volar dall’altra costa
Con tutti i raffi, et assai prestamente
148Di là, di qua discesero alla posta:4
Porser li uncini in verso gl’impaniati,56
Ch’eran già cotti dentro dalla crosta;7
151E noi lasciammo lor così impacciati.
- ↑ v. 138. C. M. sopra il fosso ingremito.
- ↑ v. 142. C. M. sgremitor
- ↑ v. 144. C. M. Sì avieno invescate l’ale
- ↑ v. 148. C. M. Di qua, di là
- ↑ v. 149. C. M. Posen
- ↑ v. 149. C. M. impanati,
- ↑ v. 150. C. M. Ch’eran giacenti dentro dalla costa;
___________