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C A N T O   XXII.





1Io vidi già cavalier muover campo,
      E cominciare stormo, e far lor mostra,
      E tal volta partir per loro scampo;
4Corritor vidi per la terra vostra,
      O Aretini, e vidi gir gualdane,
      Ferir torniamenti, e correr giostra,1
7Quando con trombe e quando con campane,
      Con tamburi, e con cenni di castella,
      O con cose nostrali o con istrane:2
10Nè già con sì diversa cennamella3
      Cavalier vidi muover, nè pedoni,
      Nè nave a segno di terra o di stella.
13Noi andavam con li dieci demoni:
      Ahi fiera compagnia! ma nella chiesa
      Coi santi, et in taverna coi ghiottoni.
16Pur alla pegola era la mia intesa,
      Per veder della bolgia ogni contegno,
      E della gente ch’entro v’era incesa.
19Come i dalfini, quando fanno segno4
      A’ marinar con l’arco della schiena,5
      Che s’argomentin di campar lor legno;

  1. v. 6. C. M. Ferir con torneamenti,
  2. v. 9. C. M. nostrate
  3. v. 10. C. M. cenamella
  4. v. 19. Dalfino, pronunzia tuttavia una parte popolo toscano; ed il provenzale à dalfin. E.
  5. v. 20. C. M. Ai marinai