Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
548 | i n f e r n o xxi. | [v. 37-45] |
l’anche; cioè che li stava in su le spalle quel peccatore a cavalcione, E quei; cioè lo demonio, tenea de’ piè; cioè del peccatore, ghermito il nerbo; cioè il garetto con li artigli suoi, perchè non gli fuggisse; e questo significa allegoricamente che il demonio tiene ghermita 1 l’affezione del peccatore, perchè non si parta da lui.
C. XXI — v. 37-45. In questi tre ternari l’autor nostro dimostra quel che finge, che facesse quel dimonio che recava il peccatore in sulle spalle, dicendo: Del nostro ponte; cioè dello scoglio in su che eravamo Virgilio et io Dante, disse: quel dimonio: O Malebranche; questo è il nome di tutti quelli demoni che sono posti a tormentare quelli, che ànno avute male mani ad unciare 2, e pigliare danari e doni di quello che non si dee pigliare; e però finge l’autore uno nome comune a tutti. Ecco un degli anzian di santa Zita; cioè di Lucca, dove è il corpo di santa Zita, e fannole li Lucchesi grande reverenzia; et usanza è de’ poeti di nominare li luoghi da diverse cagioni, per parlare pulito e retorico. E possiamo intendere che l’autor dica questo per irrisione 3, in quanto adorano quel corpo che non è canonizzato dalla Chiesa. Et è qui da sapere che costui che non è nominato, altri voglion dire che fosse Martino bottaio il quale morì nel mccc, l’anno che l’autor finge che avesse questa fantasia, il venerdi’ santo la notte sopra il sabbato santo, intendendosi del primo venerdi’ di marzo: e fu costui un gran cittadino in Lucca al tempo suo, e concorse con Bonturo Dati e con altri uomini di bassa mano, che reggevano allora Lucca. Onde andato una volta ambasciadore al Papa per lo suo Comune, ragionando un di’ col papa di sua condizione disse: Grollami, grollami, santo Padre, che mezza Lucca grollerai, quasi volesse dire ch’elli era uno de’ due che reggevano Lucca, e Bonturo Dati era l’altro: et allora che morì era anziano, e però disse: Ecco un degli anzian ec.; o forse che allora nell’anzianatico 4 di Lucca si solea usare baratteria, dando li offici per danari e facendo vender 5 li consigli per danari ch’erano da perdere. Mettetel sotto; cioè nella pegola, ch’io torno per anche; di questi peccatori, A quella terra; cioè a Lucca, che n’è ben fornita; cioè di barattieri, Ognun v’è barattier, fuor che Bonturo. Qui l’autor nostro usa due figure, che l’una si chiama iperbole che tanto è a dire quanto trapassamento del vero, e questo si fa a dimostrare la grandezza della cosa; e però dice: Ognun v’è barattier; a dimostrare la moltitudine che ve n’era, e passa la verità quando dice: Ognun: chè è da credere che ve n’era pur di quelli che non erano barattieri, et è da notare che l’autor finse che il dicesse lo demo-