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i n f e r n o xxi. |
[v. 1-18] |
tamente adopera in questo; e similmente il corruttore. E sono
nella pegola bogliente, in quanto l’uno e l’altro è nell’avarizia
inveschiato la quale sempre bolle; sono similmente nella nerezza
et oscurità, quanto alla coscienzia che non è chiara, e quanto
alla fama; sono inveschiati in quanto sono imbruttiti 1 d’uno peccato medesimo di fraude, con che l’uno inveschia l’altro et inganna; sono uncinati: imperò che l’uno tira e sgraffia, rapendo dall’altro: lo corrotto con l’opera del suo ofizio straccia lo corruttore, e
corrottore 2 con la pecunia straccia lo corrotto, togliendogli la giustizia e la fama; sono guardati dalli demoni, detti Malebranche, coi
graffi, in quanto l’uno e l’altro continuamente è tentato di rapire.
Et a dimostrare le soprascritte pene, l’autore induce una bella similitudine, dicendo: Quale nell’arzanà de’ Viniziani; arzanà 3 è luogo ove si tengono e serbano, e si fanno li navili; li Viniziani sono
cittadini di Vinegia la qual città è nell’ultima parte della Lombardia in verso levante, posta in acqua sì, che tutti sono navicanti, e
per li tanti navili et artifici che vi si fanno più che nell’altre arzanà, però disse più tosto di quella, Bolle l’inverno; cioè di verno,
perchè il verno, quando non si navica s’acconciano i legni, la tenace pece; questo adiettivo tenace si conviene alla pece, Per ripalmar;
cioè impeciare, i lor legni non sani; cioè i navili che sono rotti per
li viaggi che ànno fatti, Che; cioè li quali, navicar non ponno; se
non s’acconciano, e in quella vece; cioè in quella condizione: imperò che son rotti; o in quella vece; cioè in quella volta, et allora va
con quello che è di sopra, o vogliamo mandarlo a quello che è detto
di sopra, dicendo in quello così fatto esercizio o vero vicenda a potere navicare; o in quella vece; cioè in vece di quel tempo che’
navichieri non li possono aoperare a viaggi utili a loro, fanno l’altro loro utile e comodo in quella vece et in quello scambio; cioè
ch’elli racconciano e fortificano a potere navicare, Chi fa suo legno nuovo: delli maestri che sono nell’arzanà detta di sopra, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece; a fine di poter navicare,
Chi ribatte da proda e chi da poppa; per istoppinare: proda è la
parte d’inanzi del legno, e poppa è quella di rieto, Altri fan remi;
cioè li remai, ed altri volgen sarte: cioè li canapai che le volgono a
torno, o vogliamo dire che li marinai le volgono quando l’ànno operate, Chi terzeruolo et artimon rintoppa; cioè rappezza: artimone è
la maggior vela che abbia la nave, terzeruolo è la minore: imperò
che la nave porta tre vele; una grande che si chiama artimone; una
- ↑ C. M. sono bruttati d’uno peccato
- ↑ C. M. e lo corruttore con
- ↑ C. M. tersana è luogo di navili dove si serbano e dove si fanno, de’ Veneziani; questi sono