100Et io: Maestro, i tuoi ragionamenti1
101 Mi son sì certi, e prendon sì mia fede,
102 Che gli altri mi sarien carboni spenti.
103Ma dimmi della gente, che procede,
104 Se tu ne vedi alcun degno di nota:
105 Che solo a ciò la mia mente rifiede.
106Allor mi disse: Quel, che de la gota
107 Porge la barba in su le spalle brune,
108 Fu (quando Grecia fu de’ maschi vota,
109 Sì ch’a pena rimaser per le cune)
110 Augure, e diede il punto con Calcanta
111 In Aulide a tagliar la prima fune.
112Euripil ebbe nome, e così il canta
113 L’alta mia Tragedia in alcun loco:
114 Ben lo sai tu, che la sai tutta quanta.
115Quell’altro, che ne’ fianchi è così poco,2
116 Michele Scotto fu, che veramente
117 Delle magiche frode seppe il gioco.
118Vedi Guido Bonatti, vedi Asdente,
119 Che avere inteso al cuoio et allo spago
120 Ora vorrebbe; ma tardi si pente.
121Vedi le triste, che lasciaron l’ago,
122 La spuola, e il fuso, e fecionsi indovine;3
123 Fecer malie con erbe e con imago.
124 Ma vienne omai, che già tien il confine4
125 D’amendu’ li emisperi, e tocca l’onda
126 Sotto Sibilia, Cain e le spine.5
- ↑ v. 100. C. M. altramenti
- ↑ v. 115. Poco vale Sottile. E.
- ↑ v. 122. C. M. feciersi indivine;
- ↑ v. 124. C. M. tien le confine
- ↑ v. 126. Sibilia; Sivilia. scambio che si opera facilmente per l’affinità di codeste due vocali b e v. E.