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[v. 67-87] | c o m m e n t o | 501 |
aggiugne dopo la cagione, Quasi scornati; cioè vergognati: però che scorno si pone per la vergogna, e risponder non sanno; quei così fatti, e così fu’ io Dante alla risposta del piantato. Allor Virgilio disse; a me Dante, soccorrendomi: Dilli tosto, Non son colui, non son colui, che credi. Ecco ch’elli finge che la ragione sovvegna alla sensualità, accorgendosi di quello che non s’accorgea essa; e come la domanda fu duplicata a dimostrare l’ammirazione, così la risposta è duplicata a dimostrare la verità e rimuovere la sua credulità. Et io; cioè Dante, rispuosi come a me fu imposto; da Virgilio; e così mostra obediente alla ragione la sensualità. E questa fizione pone l’autore, per fare verisimile lo suo poema: imperò che papa Bonifacio vivea nel mccc nel papato, come è detto, quando l’autor finge ch’avesse questa fantasia, poi morì innanzi che Dante, e succedette papa Clemente del quale si dirà di sotto. Per che lo spirto; piantato, udita la risposta di Dante ch’elli non era cui 1 elli credea, tutto storse i piedi; e questo significa dolore ch’ebbe, poi che intese che Dante non era colui, che il dovesse scambiare, Poi sospirando e con voce di pianto; ecco li segni del dolore, Mi disse: Dunque che a me richiedi; cioè disse a me Dante: Poi che tu non se’ esso, che chiedi a me? Io non ò a far nulla teco.
C. XIX — v. 67-87. In questi sette ternari l’autor nostro finge come il piantato se li manifesta, e manifestali ancora li altri che verranno dopo lui simili a lui; e fa menzione generalmente de’ passati innanzi, dicendo: Se di saper chi io sia; dice il piantato a Dante, ti cal cotanto; cioè ài tanta cura, Che tu abbi però la ripa corsa; cioè che tu sia disceso dalla ripa in questo fondo, Sappi; tu Dante, ch’io; che sono così piantato, fu’ vestito del gran manto; cioè del manto di san Piero, del quale si vestono tutti li papi: E veramente fui figliuol dell’orsa; litteralmente vuole mostrare che fu delli Orsini li quali, perchè fossono così chiamati non l’ò trovato; et allegoricamente vuole significare che fu avarissimo, come l’orso che è ingordo animale e mai non si sazia. Cupido sì per avanzar li orsatti; ecco che manifesta, per ch’elli fu detto figliuolo dell’orsa allegoricamente; cioè cupido per avanzare alli orsatti; cioè di 2 quelli di casa sua: imperò che come l’orsa è ancora più ingorda per arrecare alli orsatti suoi; così questi per avanzare alli Orsini, della casa de’ quali elli era, Sì; cioè per sì fatto modo, Che su l’avere; cioè nel mondo m’imborsai, e qui mi misi in borsa; cioè in questo foro tondo ove sto per degna giustizia, come in una borsa. Di sotto al capo mio; cioè dentro a questo buco sotto il mio capo, son li altri tratti; cioè tirati per questo buco, Che precedetter me simoneggiando; cioè che