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498 | i n f e r n o xix. | [v. 31-45] |
tosto odio. Li piedi loro fiammeggiano; cioè l’affezioni e li desidèri per avarizia, e dimostransi verso il prossimo, quando addomandono 1 o danno premio delle cose sacre, benchè l’appiattino con altre gavillazioni. E sono piantati ne’ buchi tondi; cioè nella fraude che à rotelle per le sue simulazioni inestricabili et incomprensibili, che non ànno nè principio, nè fine che si possino conoscere, come fu detto cap. xvii, quando trattammo della fiera; la quale fraude vende 2 lo simoniaco che vende le grazie, in quanto inganna colui che compra, che dice: Tu non avrai questa grazia, se tu non ne fai a me un’altra, che tu mi dia delle tue temporali; e fagli a credere con sue gavillazioni che si possa comperare. E similmente colui che compera, inganna colui che vende con questa fraude della pecunia: sa che comunemente ognuno è vago del danaio, e sentesi indegno d’avere la grazia: manda al prelato uno bello e magno dono, e così lo piglia et ingannalo con la pecunia o con l’equivalente. Et ancora si può dire che questi fori tondi significano una reciprocazione che si truova nelli simoniaci, li quali si dispongono a comperare, per poi potere vendere; et a vendere, per poi potere comperare. E così fanno circulazioni, partendosi onde prima sono iti, e poi ritornando: di queste cose si potrebbono dare molti esempli; ma basti ora quello che è scritto.
C. XIX — v. 31-45. In questi cinque ternari l’autor dimostra come fu portato giù ad uno di quelli buchi tondi per Virgilio, e prima pone come lo domanda, dicendo: Chi è colui, Maestro; cioè Virgilio, che si cruccia, Guizzando più che li altri suoi consorti; li piedi e le gambe più, che li altri similmente appenati, Diss’io; cioè Dante a Virgilio, e cui più rossa fiamma succia; cioè 3 li piedi suoi erano arsi di più rossa fiamma che li altri suoi consorti? E chiamali consorti, perch’erano in una dannazione medesima per uno medesimo peccato: e per lo guizzare si dimostra la pena, la quale l’autor significa per quello: e per lo rossore della fiamma significa l’arsura dell’avarizia, alla quale intendono li simoniaci. Et elli; cioè Virgilio, a me; cioè Dante, disse, s’intende: Se tu vuoi; Dante, ch’io; Virgilio, ti porti Là giù per quella ripa; della bolgia, che più giace; cioè che è più piana, Da lui; cioè da colui, del quale tu mi domandi, saprai di sè e de’ suoi torti; cioè chi è elli 4 e le sue colpe: colpa e peccato significa una medesima cosa, e peccato et 5 ingiustizia similmente, e così ingiustizia e torto; onde si dice a chi non à ragione: Tu ài il torto. E qui si verifica quel che fu detto di sopra che l’au-